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Pianoforti e tastiere nella storia

lunedì 6 dicembre 2010

Dal primo “fortepiano” (questo era il nome originario del pianoforte) ai
più moderni modelli di piano
digitale
, questo strumento ne ha fatta veramente molta di strada,
attraversando varie epoche e riuscendo sempre a restare al passo con i
tempi.

Il pianoforte è il fratello minore di strumenti più
antichi, quali il clavicordo e il clavicembalo, con i quali condivide
alcune caratteristiche (la presenza di una tastiera e di corde), ma è
diverso da essi per quanto riguarda il meccanismo di produzione del
suono. Mentre nel clavicembalo le corde vengono pizzicate da un plettro,
e il volume del suono prodotto non può variare, nel pianoforte le corde
vengono colpite da dei martelletti, e a seconda della forza impressa
dal pianista il volume può mutare. È proprio da questa capacità di
produrre note a diversi volumi che deriva il nome pianoforte.

Il
primo modello di pianoforte, che come ricordato sopra era chiamato
“fortepiano”, venne realizzato alla corte di Ferdinando II de’ Medici da
Bartolomeo Cristofori nel 1698, ma non riscosse un grande successo in
Italia. Qualche anno più tardi, più precisamente nel 1720, il
costruttore di organi Gottfried Silbermann ricostruì in Germania una
copia dello stesso strumento, ottenendo numerosi consensi. Iniziò così
la diffusione di questo arcinoto strumento, che nei secoli ha dato vita
ad una discendenza vasta e variegata. Uno dei nipotini più giovani del
pianoforte è la tastiera
master
, ma esistono innumerevoli tipi di pianoforti e tastiere. I
più conosciuti sono probabilmente il pianoforte orizzontale e quello
verticale, ma esistono anche piani rettangolari, a giraffa e a piramide,
cabinet e pianini. E non è finita qui: tra i parenti del pianoforte ci
sono anche la pianola, un apparecchio musicale automatico, il pianoforte
elettrico, inventato nel 1931 e diffusosi moltissimo negli anni
Sessanta e Settanta, il pianoforte da viaggio, risalente al XVIII secolo
(ormai non viene più utilizzato), il pianoforte per fanciulli
nécessaire, particolarmente adatto ai bambini piccoli, che però ormai
non viene più usato, e il pianoforte arabo, utilizzato dai musicisti
arabi solo per pochi anni, tra il 1920 e il 1940.

La tastiera
elettronica è uno strumento che si rifà al pianoforte, mantenendo però
delle funzioni proprie, completamente diverse da quelle del progenitore.
La tastiera elettronica, dotata di un sintetizzatore, riesce a
riprodurre i suoni di diversi strumenti musicali, non solo del
pianoforte, e a creare degli effetti particolari, quali il riverbero, il
tremolo, il pitch shift, il chorus e il flanger. Il sintetizzatore
viene azionato premendo i tasti della tastiera, che sono simili a quelli
di un normale pianoforte. In molti casi la tastiera elettronica è
dotata anche di altoparlanti interni, mentre in altri casi la si può
collegare a cuffie o amplificatori esterni. Le tastiere di ultima
generazione sono arricchite anche da lettori per leggere i file midi e
strumenti quali l’interfaccia
MIDI esterna
.

Quali siano le prossime evoluzioni del
pianoforte e della tastiera non ci è ancora dato sapere, ma sicuramente
questi strumenti continueranno a conservare il loro fascino anche in
futuro, accompagnando musicisti e musicofili ancora per molto tempo.


Informazioni sull'Autore


Articolo
a cura di Francesca Tessarollo
Prima Posizione Srl – motori

di ricerca internet

Fonte: Article-Marketing.it

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