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Storia di Como

lunedì 6 dicembre 2010

La fondazione della città di Como


La storia di Como
inizia con l'invasione romana nel 196 a.C.; la zona pianeggiante in
prossimità del lago infatti sembra che rimase disabitata fino a quando
non furono sufficienti le cognizioni idrauliche per bonificare la zona.
Nel 70 d.C., con Gaio Scipione, vi fu una prima immigrazione di tremila
coloni ed in seguito, in età cesariana, arrivarono cinquecento greci
che importarono la coltivazione della vita e dell'ulivo. In quest'epoca
vi è una fioritura urbanistica che ci è confermata dalla datazione della
cinta muraria e dalla disposizione ortogonale della città. Con la fine
delle lotte fra Cesare e Pompeo, Como divenne "Municipio", conquistando
l'autonomia.

Como e l'Impero Romano


Durante l'età augustea "Novum Comum" raggiunse grande splendore, fu
nominata capitale del XI Regio Transpadana grazie alla sua posizione
strategica sia militare che commerciale e conobbe un periodo di
fiorente crescita culturale, diede infatti i natali a Plinio il Vecchio
e Plinio il Giovane e potè valorizzare il loro talento. Durante il
Medio e Basso Medioevo, Como parve non risentire della vicina decadenza
ed è di quel periodo la ristrutturazione delle mura e la costruzione di
nuove torri, forse per far fronte alle prime discese barbariche.

Como nel Medioevo


Como conobbe in quest'epoca la diffusione del Cristianesimo e le
invasioni barbariche: dopo gli Unni, i Goti ed i Longobardi, nel 774
Como si arrese a Carlo Magno e riprese la propria crescita economica,
interrotta da un periodo di scontri fra la morte dell'ultimo
discendente di Carlo Magno (888) e l'avvento degli Ottomani.

Como nell'Età Comunale


L'epoca è caratterizzata da frequentissimi scontri con Milano che
mal vedeva la prosperità della città di lago: fu per questa ragione che
per ben dieci anni i due Comuni furono in guerra. Le ostilità cessarono
con la sconfitta di Como che venne in parte distrutta. Presto però,
alleatasi con il Barbarossa, partecipò alla distruzione di Milano nel
1158, seguirono poi la Battaglia di Legnano e la Pace di Costanza
(1183) che sancì l'autonomia dei Comuni dall'Impero ed infine la pace
con Milano nel 1186.

Guelfi, Ghibellini e l'avvento della Signoria


Le lotte intestine fra Guelfi, sostenitori del Pontefice e
Ghibellini, sostenitori dell'Imperatore fecero sì che Azzone Visconti
si insediasse, ben accetto, e proclamasse la Signoria. Il suo governo
fu illuminato dal mecenatismo ed è di quell'epoca la costruzione della
"Cittadella", baluardo fortificato all'interno della città. Sotto Gian
Galeazzo Visconti fu dato l'avvio alla costruzione del Duomo.

Como sotto il dominio spagnolo


Per due secoli (1535-1713) Como dovette sottostare agli spagnoli
che, con una pesantissima pressione fiscale, portarono la città alla
rovina; allo sfascio economico si aggiunsero le epidemie di peste, le
violenze, la miseria e l'intolleranza dei Vescovi che cercarono di
contrastare l'espandersi del Protestantesimo. Dopo la morte, senza
eredi, di Carlo II si susseguirono numerose contese per il dominio in
Lombardia, che nel 1714 passò in mani austriache.

Como sotto gli austriaci


In pochi decenni la dominazione austriaca cancellò le conseguenze
disastrose del dominio spagnolo: fu incentivato lo sviluppo
dell'industria tessile e dell'artigianato del mobile e risale ad allora
la costruzione della cupola del Duomo; rifiorirono le scienze e le arti
e, conseguentemente, si annovera in questo secolo la costruzione di
meravigliose ville patrizie giunte fino a noi (Villa Saporiti, Villa
Olmo, Villa Salazar).

Como nel Risorgimento


Como fu anch'essa travolta dai fermenti rivoluzionari dell'epoca e,
il 20 marzo 1848, i comaschi insorsero e costrinsero alla resa la
guarnigione austriaca; nel 1859, durante la II guerra d'Indipendenza,
Giuseppe Garibaldi entrò in Como, che, dopo secoli di dominazioni
straniere, fu annessa al nuovo Regno d'Italia dei Savoia.

Como nel Novecento


La città cresce fiorente, parallelamente alle industrie tintorie e
seriche, nuovi quartieri ospitano il crescente stuolo di lavoratori.
L'arte del secolo è egregiamente rappresentata dall'architetto Giuseppe
Terragni, al quale venne riconosciuta fama mondiale e da artisti degni
rappresentanti dell'astrattismo italiano, fra cui è doveroso ricordare:
Mario Radice, Carla Badiali, Manli Rho.


Informazioni sull'Autore




Lara Malerba si occupa di contenuti per
ZeroDelta, nel tempo libero
si diletta con il suo blog.




Fonte: Article-Marketing.it

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