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Vita letteraria e cinematografica a Budapest

martedì 7 dicembre 2010


Per molti anni la letteratura ungherese è stata poco conosciuta all'estero, se si escludono nomi come Gyórgy Konràd, Péter Esterhàzy o Gyòrgy Dalos. Da quando, nel 1999, la Fiera del Libro di Francoforte ha dedicato all'Ungheria l'evento, sono stati, però, riscoperti numerosi autori ungheresi del periodo aureo di questa letteratura della prima metà del Novecento.


In prima linea fra questi sono Sàn-dor Màrai, i cui libri sono stati oggetto di una riscoperta addirittura entusiastica e Imre Kertész, che nel 2002 ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura. Sono stati ritradotti ad ogni modo anche autori troppo poco noti nel resto d'Europa, come Dezsó Kosztolànyi. Quest'ultimo era negli anni '20 così noto e apprezzato che Thomas Mann in persona curò l'introduzione al suo romanzo "Nero". Autori come Zsigmond Mórìcz, Gyu-la Krùdy, Ferenc Molnàr o Gyula lllyés sono tornati negli scaffali delle librerie. Fra gli scrittori contemporanei citiamo fra gli altri Magda Szabó e Péter Nàdas. Per qualche consiglio di lettura si rimanda alla sezione finale della guida.


Cinema

II cinema ungherese è in realtà più celebre di quanto si pensi. Hollywood ha accolto numerosi ungheresi in esilio, come ad esempio il regista di "Casablanca", Michael Curtiz (in realtà Mihàly Kertész). Lo stesso Alexander Korda gode di una certa notorietà.

Anche in Ungheria, comunque, ci sono e ci sono stati grandi nomi. Il regista nativo di Budapest Istvàn Szabo ha girato film come "Mephisto" o "11 colonnello Redi" (entrambi con Klaus-Maria Brandauer). Per "Mephisto" vinse nel 1980 l'Oscar. Il suo film epico "Sunshine" (con Ralph Fiennes, 1999) ha ricevuto il Premio del Cinema Europeo e tratta un tema budapestino: la storia di una famiglia ebrea nel XIX e XX secolo.


Più fuori dal comune sono i film di Miklós Jancsó. Già negli anni 60 egli si era fatto un nome con film quali "I disperati di Sàndor". Il suo film "La lanterna di Dio a Budapest" (1999) si è visto anche in qualche cinema europeo. Un ambito premio è quello giunto nel 2002: "Dopo la pioggia" di Péter Mészàros ha ottenuto a Cannes la "Palma d'Oro" per il miglior cortometraggio.


Budapest è stata riscoperta come setting anche da produzioni straniere. Buon esempio è il film, da vedere, "Triste domenica" (con Joachim Król e Ben Becker, 1999). Esso presenta in forma libera la storia del compositore Rezsò Seress e del suo più celebre Lied, che è divenuto per molti suicidi il canto di addio alla vita.


Solo di passaggio a Budapest è la scattante commedia tedesca "In luglio" (2000). La città rimane poi puro ornamento in "Evita", con Madonna nel ruolo della protagonista. Le truppe cinematografiche straniere amano Budapest per lo scenario che essa offre e, naturalmente, per i bassi costi di produzione.


Informazioni sull'Autore


Claudia Neri


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Fonte: Article-Marketing.it

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