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L'Attimo Fuggente - Amori e tradimenti

martedì 29 maggio 2012 0 commenti

Se continuiamo a sentire il bisogno di evadere...è perché la situazione nella quale ci troviamo...non ci soddisfa in pieno...a quel punto abbiamo due opzioni...andare avanti fingendo...oppure trovare il coraggio di cambiare strada...

La fedeltà esiste?

Perché dopo qualche tempo dall'inizio di una relazione molti iniziano a sentire il bisogno di
evadere?

Ovunque ci giriamo siamo costretti a constatare che la nostra società è piena di traditori, come se resistere alle numerose tentazioni fosse diventato impossibile, come se fossimo continuamente alla ricerca di conferme che, se non troviamo all'interno della relazione ufficiale, cerchiamo al di fuori di essa. E in alcuni casi, anche se il rapporto principale ci riempie di certezze e conferme sotto il punto di vista emotivo, ci viene comunque il desiderio di misurare il nostro fascino all'esterno.

Molto dipende dalle insicurezze che abbiamo e che non riusciamo a superare a causa dell'incapacità di fare un'analisi obiettiva e adulta di noi stessi, fondamentale per rafforzarci e a crescere, rimanendo quindi degli eterni bambini che hanno la necessità di essere perennemente riempiti di regali per sentirsi importanti. E a quel punto il fatto che stiamo calpestando la persona che ci sta accanto per soddisfare il nostro egoistico bisogno, passa in secondo piano, anzi, addirittura ci raccontiamo la bugia che le evasioni ci aiutano a vivere meglio il rapporto con lei.

Poi c'è il caso di chi sceglie una persona, che non è esattamente quella che desidera al proprio fianco, solo per riempire il vuoto insopportabile che comporta lo stare da soli, quindi, anche se perfettamente consapevole di non provare e sentire tutto ciò che dovrebbe, decide di fermarsi con la convinzione che quella che sta scegliendo sia la persona migliore da avere accanto. Però inevitabilmente, dopo i primi tempi, inizia a guardarsi intorno e se il suo sguardo incrocia quello di qualcuno che, ricambiandolo, gli fa sentire quelle farfalle nello stomaco che non credeva più di provare, ecco che scatta il meccanismo per il quale rinunciare a quell’occasione d’oro diventa impossibile. Spesso in questo caso ci troviamo davanti a traditori seriali, che restano insieme a una persona che non li soddisfa o appaga completamente, ma con la quale la vita scorre su binari tranquilli e senza scossoni, perché tanto sanno che potranno esprimere il loro lato più vitale all’interno di relazioni a termine che gli concedono di crearsi delle divagazioni periodiche.

Diversa è la questione di chi ha alle spalle un rapporto lunghissimo, attraversa un periodo di noia o di distacco dal partner ufficiale e proprio in quel momento fa un incontro speciale che lo fa sentire di nuovo vivo, perché spesso questo tipo di tradimento coinvolge anche la mente e l'emotività di chi ne è protagonista, e si trova davanti a un bivio: sentirsi costretto a compiere una scelta definitiva o, nel caso di mancanza cronica di coraggio, portare avanti le due relazioni parallele per anni, con la complicità dell'amante innamorato, e con la silenziosa, consapevole rassegnazione del partner ufficiale.

Quindi siamo tutti traditori?

Abbiamo davvero scarificato il valore del rispetto sull'altare dell'egoismo?

Esiste un'ultima categoria di persone che crede fermamente che l'amore vero non tradisce, che se si ama qualcuno non si ha bisogno di misurare il proprio fascino con nessun altro, e che non sente il bisogno di cercare conferme al di fuori del rapporto che ha scelto di vivere; che non ha paura di chiudere una relazione nel momento in cui non prova tutte le emozioni preziose che solo l'amore sa regalare, e che mette il rispetto per l'altro davanti a tutto, convinto che non può esserci un sentimento vero se si calpesta la dignità di un’altra persona.

Sono quelle persone che hanno avuto il coraggio di chiudere relazioni importanti affrontando tutte le conseguenze che la loro decisione ha comportato, e che, per questo, sono state accusate dal partner abbandonato di crudeltà, irresponsabilità ed egoismo, mentre in realtà hanno semplicemente scelto di essere vere, di non ingannare chi avevano accanto e non calpestare i suoi sentimenti tradendolo.

Sono quei pochi coraggiosi che davanti a due opzioni hanno avuto il coraggio di scegliere quella che gli suggeriva il cuore, e che credono fermamente che sia meglio ferire una persona rispettandola nella sua dignità piuttosto che ingannarla calpestandone la fiducia che aveva riposto in loro, convinti che non ci sia amore nel mortificarla continuamente davanti al mondo intero, rendendola così vittima, più o meno consapevole, della loro ipocrisia.

Perché spesso la cosa migliore da fare è anche la più difficile…


Marta Lock

Polemica sulla sicurezza degli emoderivati

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Da diversi mesi è polemica sulla reale sicurezza degli emoderivati nel nostro Paese, cioè di quella serie
di medicinali prodotti a partire da sangue umano o da alcuni dei suoi componenti. Recenti inchieste
giornalistiche, infatti, hanno mostrato dubbi sulla possibilità che nel nostro Paese possano circolare
prodotti privi di tutti i controlli necessari a poter escludere la presenza di virus in grado di infettare le
persone che ne fanno un utilizzo. E’ nato dunque un conflitto tra Aifa (agenzia italiana del farmaco) e
l’istituto Superiore di Sanità (ISS) sul bloccare o meno la loro distribuzione. Il conflitto ha portato ad un
comunicato congiunto dei due enti che esclude rischi reali per la salute ma soltanto intoppi di natura
amministrativa. Gli emoderivati sono, come detto, sostanze ottenute dal sangue che è composto in una
certa percentuale (45-50%) da plasma. A differenza della parte cellulare del sangue che viene utilizzata
direttamente negli ospedali , il plasma ottenuto dalle varie donazioni della gente viene ceduto alle più
note industrie farmaceutiche per derivare i cosiddetti plasma derivati. Si tratta di veri e propri farmaci
salvavita che hanno un'importanza enorme nella sanità pubblica, perché sono in grado di determinare
un miglioramento delle condizioni in chi soffre di malattie croniche legate al sangue come gli emofilici,
i forti anemici, i malati di tumore, leucemia, linfomi e altre serie malattie del fegato e di altri organi.
Comunque, secondo l'istituto superiore di sanità si ritiene che il rischio di contagio sia minimo, al punto
di aver autorizzato appunto il rilascio dei prodotti, opponendosi al loro sequestro. A suo parere, non vi
sarebbero rischi reali di contagio, anche utilizzando lotti che hanno seguito una procedura di autorizzazione
non conforme alle norme dell'Aifa. Secondo l'Iss, infatti, il sangue all'origine è ben controllato dal punto di
vista infettivo e la lavorazione ridurrebbe ulteriormente i rischi. Inoltre, il ritiro dei farmaci provocherebbe
un pericolo maggiore, lasciando ospedali e farmacie senza prodotti necessari a molti malati.

Perdere peso? Ti aiutano i piatti e i bicchieri rossi

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Chi desidera controllarsi a tavola e perdere i chili di troppo dovrebbe iniziare a utilizzare piatti e bicchieri
rossi. Questo piacevole suggerimento o almeno semplice da seguire, aiuterebbe a ridurre quasi della
metà ciò che si mangia e si beve. Il consiglio arriva dai ricercatori dell’istituto di psicologia dall’università
di Basilea (Svizzera) che hanno condotto vari esperimenti con stoviglie di colori diversi. Nel primo, sono
state offerte bibite dolci in bicchieri con un’etichetta rossa o blu; le due tinte non hanno influenzato la
valutazione sul gradimento della bevanda, ma sulla quantità bevuta: circa il 40% in più per chi ha usato il
bicchiere blu. Nello studio successivo, è stato chiesto a 109 volontari di compilare un questionario; durante
l’attività a ciascuno di loro è stato servito un piatto – bianco, rosso e blu – con ciambelle e spuntini vari.
Anche questa volta, chi si è trovato la stoviglia rossa ha mangiato poco più della metà rispetto a chi si
è servito dai piatti di altri colori. Secondo gli studiosi, il colore del fuoco potrebbe trasmettere a livello
inconscio un segnale di stop. Ma il non saziarsi mai è anche legato alla genetica. Alcune persone adorano i
cibi grassi, dolci o salati che siano: colpa della golosità, ma anche del Dna. Sulla lingua, infatti, vi sarebbero
delle papille specializzate nel riconoscere gli alimenti grassi e la loro sensibilità sarebbe regolata da un
gene chiamato Cd36. Se questo è un po’ “pigro” i cibi grassi non saziano mai e, così, i chili si accumulano.
La notizia arriva da nuovo studio condotto alla Washington università school of medicine (Usa) che ha
individuato il ruolo di tale gene.

L’ananas sgonfia veramente?

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Stanco di dover accantonare jeans a causa di feste e mangiate varie? Beh potrebbe paradossalmente
bastare un giorno, uno soltanto, per sentirti più in forma e poter riabbottonare i tuoi vecchi pantaloni.
La famosa dieta dell’ananas. Si tratta di un regime alimentare monotematico, ovvero sia basato
sull’applicazione di un solo alimento, esattamente come la dieta del minestrone, quella dell’uva e quella
del pompelmo. La dieta ovviamente è da seguire per un giorno soltanto dal momento che è fortemente
sbilanciata: prevede infatti di assumere quasi esclusivamente il frutto che ha 40 calorie ogni 100 grammi.
Inoltre si deve bere succo d’ananas durante gli spuntini mattutini e pomeridiani, mangiare qualche fetta
a pranzo e cena magari con riso bollito. Ma quali sono i reali benefici di questo regime alimentare così
severo? Innanzitutto questo frutto favorisce una buona digestione, l’ananas infatti contiene due enzimi
digestivi chiamati bromelina e papaina che facilitano l’assimilazione di proteine da parte dell’organismo.
E non finisce qui. Ha anche un'azione antinfiammatoria e antiedematosa, utile per combattere la
ritenzione dei liquidi, e di conseguenza contrastare anche la cellulite. Grazie al suo alto contenuto d'acqua,
cioè del quasi 90% in peso, l'ananas aiuta a disintossicarsi e a mantenere giovane la pelle. La dieta è
particolarmente indicata se hai esagerato a tavola il giorno prima. Rischierai con la giornata a stecchetto
di tornare ad abbuffarti l'indomani? No, perché l'ananas aumenta il senso di sazietà. Non pensare però di
poter ricorrere regolarmente a questo metodo per sgonfiarti. Abituati a seguire un'alimentazione varia,
sana ed equilibrata e limita le scorpacciate alle occasioni speciali. Una soluzione veloce e opportuna per
le emergenze, certo, ma non per tutti, dal momento che la dieta dell'ananas è indicata per chi gode di
buona salute: non la possono seguire persone che soffrono di diabete o di colite, e ovviamente gli individui
intolleranti agli enzimi in essa contenuti.

Il modello estetico inglese è “a pezzi”

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E’ una bellezza a pezzi quella che sognano le inglesi dove i “tasselli” sono scelti prendendo a modello le
star o le donne famose. Secondo una recente indagine, infatti, due quinti delle britanniche sognano il seno
di Kim Kardashian, stella dei reality, mentre il 29% desidera le gambe di Victoria Beckham, ex cantante
delle Spice Girls e moglie dell’omonimo calciatore, e il 62% sogna il lato B di Pippa Middleton, la super
fotografata sorella della duchessa di Cambridge e moglie del principe William. E’ proprio quest’ultimo dato
a giustificare il fatto che dal matrimonio reale, in cui Pippa mostrava le sue forme in un abito asciutto da
damigella, le richieste di interventi ai glutei sono cresciuti del 500%. Le “copia e incolla” della chirurgia
estetica vorrebbero anche le labbra carnose dell’attrice e modella Scarlett Johansson e il sorriso di Cheryl
Cole, la cantante pop britannica, già indicato da un’altra indagine come il più bello di tutti. Altre indagini
rivelano come le donne siano più soddisfatte del loro aspetto fisico verso i 50. E’ a quest’età che le donne si
sentono finalmente in armonia con se stesse e con il proprio fisico. Il 66% delle tremila europee intervistate
in un recente sondaggio ha dichiarato di essere diventata più sicura di sé con l’avanzare degli anni e di
aver raggiunto gli obiettivi che si erano poste nella vita, tra cui quello di sentirsi in piena forma e di fare
definitivamente pace con lo specchio.

Laser anti-zampe di gallina

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Si definisce foto-invecchiamento quel processo precoce colpevole della formazione per colpa del sole
di rughe più o meno marcate intorno agli occhi, una delle zone più fragili e delicate del viso, dove le
celebri zampe di gallina possono comparire già all’età di 30 anni. E questo tipo di disturbi non risparmiano
nemmeno gli uomini! Che fare allora? Farsi fare una plastica? In realtà, esistono delle tecniche più soft
che si possono fare presso lo studio di un dermatologo, rigorosamente alla fine delle vostre vacanze,
come il laser Erbium, adatto in particolar modo alle rughette superficiali. Vediamo come funziona. Il laser
scalda la pelle e provoca una veloce disidratazione delle cellule che si trovano più in superficie causando
una lieve desquamazione. Si favorisce in questo modo il ricambio degli strati superficiali e la formazione
di un’epidermide giovane e compatta. Basta una seduta, a un prezzo medio di 2mila euro, per ottenere
risultati che durano tre anni. Si applica un anestetico locale e si devono indossare speciali occhialini
protettivi per evitare danni agli occhi. Unico rischio dell'intervento: si può evidenziare una discromia
(chiazze di colore diverso) che può durare anche un anno. In pratica, una specie di cerchio intorno agli
occhi. Lo stesso effettuo può verificarsi su una pelle olivastra o molto sottile.

Tutti gli sprechi della sanità

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Con una gestione non proprio accorta, si buttano via enormi risorse di denaro pubblico. Alcune Regioni
stanno già correndo ai ripari ma si potrebbe fare molto di più. Gli ospedali pubblici italiani e le strutture
accreditate sono sempre meno efficienti e, allo stesso tempo, sempre più “spreconi”. A rivelarlo è il
rapporto “Ospedali e Salute 2011” pubblicato dall’Aiop (Associazione italiana spedalità privata). Pur con
evidenti differenti da Regione a Regione, il livello di inefficienza va di pari passo con lo sperpero di risorse
pubbliche. Le cifre sono impressionanti: si parla di miliardi di euro. In tempi di crisi e di tagli alla sanità,
lo Stato (che siamo tutti noi) può permettersi di “buttare via” tanto denaro? Vediamo quali sono i punti
deboli e le possibili soluzioni. Sono tante le voci all’interno di una struttura ospedaliera che, se non tenute
sotto controllo comportano sprechi enormi. E’ proprio su questi fattori che si dovrebbe lavorare per
cercare di contenere le spese. La spesa per il personale sanitario incide per un terzo sulla spesa sanitaria

pubblica totale. La razionalizzazione delle risorse umane consentirebbe di contenere la spesa per questa
voce. In tante strutture ospedaliere è evidente un surplus di personale, che è stato assunto per ragioni
che non di rado esulano dalla reale necessità. Le risorse finanziarie assorbite dai loro stipendi potrebbero
essere utilizzati per i nuovi investimenti, tecnologie all’avanguardia e per il miglioramento della struttura
ospedaliera. Il sistema di controllo della gestione delle strutture ospedaliere è evidentemente conflittuale:
chi è deputato alla verifica delle spese, alla gestione dell’intero sistema e delle risorse, è lo stesso che
fornisce i servizi. In pratica, le aziende sanitarie controllano se stesse. E’ evidente un sistema che non
funziona: i controlli andrebbero affidati a un ente esterno. Secondo il rapporto 2009 del Ceis – Fondazione
Economia Tor Vergata, nel nostro Paese pare che 21,1 ricoveri ospedalieri, ogni 1000 residenti, siano
potenzialmente inappropriati. I valori più alti che vengono registrati nelle regioni del Sud; più virtuose,
invece, le Regioni del Centro-Nprd, Valle d’Aosta in testa.

La salute in un bicchiere di centrifugato

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Vi sentite stanchi o comunque non particolarmente pieni di salute? Bene, la salute si può
letteralmente “bere a grandi sorsi”. Da spremute di arancia fino ai centrifugati il benessere si trova in questi
concentrati di vitamine. Uno studio americano molto recente, fatto sulla base di altri studi (oltre 60) fatti
dal 2005 fino ad oggi sia in vitro che con trial clinici suggerisce che frutta e verdura fanno molto bene anche
in forma liquida. Una cosa che le nostre nonne sapevano da tempo, ma che la scienza ha impiegato tempo
a dimostrare. Secondo Dianne Hyson, una nota nutrizionista americana che ha condotto lo studio presso
l’Università della California i succhi 100% contengono importantissime componenti bioattive che aiutano
a prevenire tutta una serie di malattie più o meno gravi. Un esempio è l’estratto di mirtillo, utilizzato
per prevenire e curare le infezioni delle vie urinarie (per le donne cistite in primis), mentre i vari liquidi
ottenuti da mela e uva contrastano il lento e progressivo declino delle nostre facoltà cognitive, ma non
solo! Il melograno ad esempio riduce sensibilmente il rischio di cancro alla prostata e arancia e pompelmo
allontanano altri tipi di tumori. Come nei loro compagni “interi” nei vegetali macinati si trovano importanti
sostanze come antiossidanti o vitamine. Se vai in bar o al supermercato però, leggi bene l’etichetta! Evita
quelle con troppo zucchero e poca frutta! Ma se vuoi mixare a piacere gusti e colori a casa tua, ti basta un
piccolo investimento: nei negozi di elettrodomestici ci sono centrifughe che vanno dai 30 ai 150 euro circa.
Il punto di forza dei centrifugati è la possibilità di fare un bel mix con la frutta e le verdure di stagione: con i
centrifugati, in un solo bicchiere ci assicuriamo l'apporto di nutrienti diversi. Si, perché non basta mangiare
cinque porzioni di vegetali al giorno, come suggerisce l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Bisognerebbe anche variarli, portandone in tavola di tutti i colori. A ogni famiglia cromatica corrispondono
caratteristiche nutrizionali diverse: i gialli sono ricchi di carotenoidi, i rossi di vitamina C e licopene, i viola di
antocianine e così via.

Malattie e malformazioni: che cosa succede in Sardegna?

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Da 50 anni a Quirra si svolgono esercitazioni militari ed esperimenti industriali coperti da segreto. Nella
zona, intanto, persone e greggi si ammalano con una frequenza anomala. C’è un collegamento? Gli abitanti
chiedono verità e giustizia. Agnelli malformati, nati con due teste o con un occhio solo. Metalli pesanti
ritrovati nei tessuti del bestiame che da anni pascola sulle colline a ridosso della costa Sud-orientale della
Sardegna. Un’incidenza quanto meno sospetta di leucemie e tumori, spesso letali, tra la popolazione locale.
Dopo circa 10 anni dalle prime denunce degli abitanti l’attività del poligono sperimentale interforze del
Salto di Quirra (Og) continua a preoccupare per le possibili conseguenze sulla salute pubblica. Si tratta del
poligono più grande d’Europa, vero fiore all’occhiello dell’industria bellica e militare italiana. Qui eserciti e
aziende private hanno potuto testare per decenni le nuove armi nella massima segretezza. Ma cosa è stato
fatto esplodere in tutto questo tempo? Perché uomini e animali della zona continuano ad ammalarsi? Per
cercare di fare chiarezza è in corso un’indagine epidemiologica mentre un’inchiesta della Procura ha già
disposto la riesumazione di 18 salme e il sequestro di 160 cartelle cliniche. Quirra è una zona della Sardegna
Sud-orientale, a cavallo delle province dell’Ogliastra e di Cagliari. E’ qui che sorge il poligono sperimentale e
di addestramento interforze di Salto di Quirra. La base si articola in due realtà, un poligono a terra con sede
a Perdasdefogu dove si trova il comando e un poligono a mare con sede a Capo San Lorenzo. Leucemie e
linfomi sono pericolosamente in aumento: quando si saprà la verità e si farà chiarezza? Staremo a vedere.

E’ stata a testa in giù per diventare mamma

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Dopo due aborti spontanei, una giovane inglese ha coronato il suo sogno di dare una sorellina al suo
primogenito: ci è riuscita restando 10 settimane a letto in una posizione obbligata. Lo scopo? Ridurre la
pressione del feto sull’utero. La signora Kelly aveva avuto due interruzioni spontanee di gravidanza, che si
erano verificate non nel primo trimestre ma a gestazione già avanzata. Al terzo test di gravidanza positivo,
per non correre i rischi, i medici le hanno consigliato di trascorrere il resto del tempo su un letto inclinato di
45 gradi in modo da salvaguardare la vita del bambino. Così la signora ha passato dieci settimane, 24 ore al
giorno,m a testa in giù con i piedi rivolti verso l’alto. Sempre sotto la supervisione di un medico specialista
ha mangiato, letto, scritto e dormito a testa in giù, per far sì che ci fosse meno pressione sulla cervice
uterina. La donna si alzava dal letto solo per andare in bagno e, seguendo questa particolare procedura, è
riuscita a far nascere Amelia, una piccola prematura che è stata in un’incubatrice, ma che adesso sta bene.
La mamma, che di professione è infermiera in un reparto di ginecologia, ha raccontato di aver trascorso i
mesi in quella posizione in modo un po’ monotono, ma di aver tenuto duro perché ne valeva la pena, pur di
far nascere la sua bambina. La mamma inglese aveva difficoltà a portare a termine la gravidanza a causa di
un problema al collo dell’utero. Questa è una struttura a forma di canale che costituisce il prolungamento
dell’utero e lo collega con i genitali esterni. Ha la funzione di sigillare l’apertura interna dell’utero per
impedire ai germi presenti nell’ambiente esterno di raggiungere il feto. Se ha una lunghezza normale ed è
sufficientemente resistente, la gravidanza procede senza problemi. Può, però, essere corto o indebolito.

In questi casi si verifica una situazione che gli esperti definiscono “beanza”, che può portare a un aborto
spontaneo o a un parto prematuro. L’aborto spontaneo dovuto a debolezza della cervice si verifica quando
la gravidanza è già avanzata: avviene nel corso del secondo trimestre ed è dovuto proprio al peso del feto,
che grava su strutture deboli.

I semi di lino: omega 3

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I semi di lino sono una fonte immensa di sostanze chiamate lignani, cioè dei fitoestrogeni che diminuiscono
sensibilmente il rischio di cancro alla mammella, alla prostata e quello colon-rettale. Inoltre contengono
anche acido alfa-linolenico, un acido grasso essenziale presente nella famiglia degli omega-3 con un
significativo effetto antiinfiammatorio presente anche nel pesce azzurro. Nei Paesi più industrializzati
del mondo oggigiorno si assiste a uno squilibrio sempre più netto presente tra il consumo di acidi grassi
con omega-3, sempre meno presenti, e anche di omega-6 di cui fanno parte l’acido arachidonico che ha
un’azione pro infiammatorio, a causa anche di una dieta ricca di carni formaggi e oli non extravergini.

Questo squilibrio fa sì che il nostro organismo sia sbilanciato verso i processi infiammatori, una condizione
favorevole perché la cellula cancerosa cresca bene. Perciò è fondamentale riportare al giusto equilibrio il
rapporto tra omega-6 e omega-3 riducendo i primi e aumentando il consumo dei secondi. In commercio
si trova anche l'olio di lino, ma dato che si altera velocemente la cosa migliore è mangiare i semi, triturati
al momento, all'interno di insalate o altre pietanze. Ottimo anche il pane. I semi si vendono in alcuni
supermercati oppure in erboristeria.

I prodotti a km 0 sono i migliori

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Rispettare la pelle e l’ambiente. E’ questo l’obiettivo della cosmetica naturale che utilizza ingredienti
di provenienza locale. Le proprietà idratanti e ristrutturanti delle formule ne fanno le alleate ideali per
efficaci trattamenti viso e corpo. Le olive toscane e le mandorle di Sicilia. Il miele e i fiori di campo. L’ultima
frontiera della cosmetica naturale è rappresentata dai trattamenti a chilometro zero, che annoverano nella
loro formula ingredienti di produzione locale: tutto è coltivato, raccolto, lavorato entro uno spazio di pochi
chilometri. Secondo la Coldiretti il settore è molto attivo: nel 2010 il giro di affari è cresciuto del 5,5% e si
prevede un incremento del 5%. A conquistare è la naturalità delle formule, ma non solo: sceglierle significa
privilegiare i piccoli produttori, valorizzare le risorse locali e limitare le emissioni di anidride carbonica,
dovute al trasporto da un Paese all’altro. Protagonista sin dall’antichità di moltissimi trattamenti cosmetici,
l’olio di oliva vanta straordinarie proprietà trattanti sulla pelle. La sua ricchezza di acidi grassi, vitamine e
minerali è preziosa per apportare nutrimento profondo all’epidermide, preservarne l’equilibrio idrico e
lipidico, prevenire le screpolature, lenire gli arrossamenti, addolcire e contrastare i segni del tempo. Senza
dimenticare i capelli che, grazie all’azione districante, ammorbidente e rigenerante dell’olio, diventano
lucenti e vaporosi. I cosmetici a chilometro zero utilizzano l’olio extravergine Igp di origine biologica,
ottenuto senza manipolazioni né aggiunta di additivi per offrire efficacia e grande naturalità. Nutriente e
rigenerante, il miele è usato da sempre nelle ricette naturali di bellezza. DI recente, accanto al suo potere
energizzante e rimineralizzante, è stata messa in luce la sua forte valenza cicatrizzante, che ha portato il
direttore di un ospedale pubblico francese a utilizzarlo per accelerare la guarigione di ferite e cicatrici. Il
miele biologico è impiegato dalla cosmetica a chilometro zero per una gamma completa di trattamenti
viso-corpo dalla decisa azione addolcente, ammorbidente e rigenerante, efficaci sulla pelle, ma anche
particolarmente gradevoli grazie al suo profumo dolce e goloso.

Alcuni rimedi naturali per proteggere occhio e vista

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Per poter lavorare al meglio di quello che riescono, i tuoi occhi hanno bisogno di tutta una serie di
nutrimenti che gli arriva dall’alimentazione Una corretta alimentazione dunque riesce a prevenire tutta
una serie di malattie legate all’invecchiamento dell’occhio come la cataratta e la degenerazione maculare
senile. Non tutti sanno quanto influisce la tavola sulla salute dei tuoi occhi, ma alcuni studi scientifici
ci dicono che è proprio così. I risultati delle ricerche provano che tutte le strutture dell’occhio a partire
dalla retina per arrivare alla cornea, per funzionare hanno bisogno di alcuni costituenti nutrizionali
indispensabile. La loro carenza, ma anche l’eccesso di queste sostanze, può influire sull’evoluzione delle
malattie oculari. Altre sostanze ingerite con il cibo hanno addirittura proprietà protettive e curative.
Ma arriviamo al dunque: cosa mangiare per vedere meglio? Come molti sanno un sufficiente apporto di
vegetali è l’ideale per cominciare. Tra le verdure quelle con maggiori benefici dovresti cercare quelle ricche
di carotenoidi per via delle loro proprietà antiossidanti. E il primo carotenoide in ordine di importanza è la
luteina, che rientra nella costituzione della retina e del cristallino, dove svolge la protezione contro i danni
dei radicali liberi: la trovi in cavoli, broccoli, spinaci, peperoni e, in genere, nei vegetali con foglie verde
scuro.
Ricorda che, mentre la cottura del cibo rende disponibili i carotenoidi per l'assorbimento, allo stesso tempo
ne distrugge una parte, quindi dovresti assumere verdure sia crude che cotte. Inoltre i grassi ne migliorano
l'assorbimento, quindi si rivela utile il condimento con oli, meglio se ricchi di acidi grassi insaturi: cioè,
l'extravergine di oliva.

Le reali applicazioni dell’agopuntura

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Sicuramente ne avrete molto sentito parlare, ma magari non avete mai approfondito troppo l’argomento.
L’agopuntura è una branca della medicina alternativa che fa uso dell’inserzione di aghi in determinati e
specifici punti del corpo umano con lo scopo di promuovere la salute ed il benessere stesso dell’individuo.
Le sue applicazioni, almeno secondo i medici, seguono la medicina alternativa tradizionale cinese e ve ne
sono di numerosissime. Alcune delle più importanti sicuramente per controllare asma e appetito. L’asma
è una malattia caratterizzata da una eccessiva reattività bronchiale le cui cause e origini non sono ben
note, almeno in alcuni casi, si sa per certo però che allergeni, tabacco, inquinamento atmosferico, farmaci
ed anche alcuni alimenti possono facilmente scatenare attacchi d’asma. Certamente per controllare il
fenomeno è quindi utile avere l’accorgimento di evitare tali cose, tuttavia una terapia farmacologica
convenzionale può essere affiancata da sedute di agopuntura dedicate in particolar modo alla prevenzione
stessa di questa patologia, come tutto quelle patologie a base allergica. Si può quindi trattare l’asma
con beneficio mediante agopuntura, ma non tanto nella fase acuta della malattia, quanto nella fase di
remissione per mantenere uno stato di salute ottimale. L'agopuntura può essere inserita in un programma
dietetico allo scopo di aiutare il paziente a essere meno nervoso durante la dieta che, insieme a un
corretto e adeguato esercizio fisico, è il metodo più corretto per ottenere un calo ponderale che possa poi
essere duraturo. Dire però che solamente con le sole sedute di agopuntura si può ottenere un controllo
dell'appetito non è corretto.

Brucia i chili in più con la dieta degli agrumi

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D'inverno è più facile ingrassare. Complici le basse temperature, l'organismo tende ad accumulare adipe
per produrre calore. Il freddo, poi, tende a impigrire e ad aumentare il desiderio di piatti più elaborati.
Secondo un recente studio d’Oltreoceano che ha coinvolto 600 donne, tra l’inizio dell’autunno e la fine
dell’inverno in media, ogni mese si ingrassa circa mezzo chilo in più che negli altri periodi dell’anno.
L’eccesso di calorie si trasforma in rotolini (localizzati su cosce, glutei e fianchi), ma anche scorie e in
ritenzione idrica che danno ai tessuti l’aspetto gonfio e irregolare tipico della cellulite. E’ ideale, allora,
una dieta a base di agrumi depurativi e brucia-grassi al tempo stesso. Una buccia dal profumo fresco e
aromatico e una polpa succosa, dal colore brillante che ricorda le differenti sfumature dei raggi del sole,
dall’alba al tramonto: dalle tonalità delicate dei pompelmi rosa, ideali al mattino, al giallo intenso dei
limoni, ottimi per arricchire infusi, succhi e vinaigrette da consumare ai pasti o durante la giornata, fino al
rosso acceso delle arance di Sicilia, perfette per spremute, risotti e insalate. Oltre a colorare gli spicchi, ogni
pigmento è un concentrato di proprietà antiossidanti, che fanno degli agrumi un prezioso alleato di linea e
salute e un ingrediente ideale per una dieta in grado di contrastare il grigiore invernale e di bruciare i chili in
eccesso, particolarmente efficace e adatta a chi desiderare dimagrire senza rinunciare a gusto e colore.

L’aceto miracoloso: abbassa la glicemia in modo naturale

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Molti di noi lo conoscevano già grazie alle nostre nonne, che lo usavano quasi come fosse una medicina
dal momento ritenessero che uccidesse i germi. Al primo accenno di problema all’intestino un cucchiaio
di aceto sciolto nell’acqua sembrava quasi un rimedio infallibile contro la diarrea. Ma cosa dice la scienza
in merito? Il principe dei condimenti di insalate e verdure possiede veramente queste miracolose virtù
terapeutiche? Di certo non quelle che si credevano in passato. Pare invece che l’aceto in particolare
abbia una sorta di proprietà inaspettata: basterebbe qualche goccia al dì per abbassare di una quantità
considerevole la vostra glicemia. In particolare alcuni recentissimi studi hanno evidenziato come l’aceto,
abbinato ad alimenti ad alto indice glicemico quali possono essere le patate bollite sembra poter
contrastare il marcato aumento della glicemia che si verifica subito dopo il loro consumo. Un altro studio
giapponese ha dimostrato inoltre come anche una piccola quantità di aceto riesce a diminuire l’accumulo di
grassi nel sangue, combattendo la pressione alta e dell’obesità.
Il valore dietetico dell'aceto è diciamo indiretto in quanto in cucina può servire a ridurre burro olio e sale,
apportando pochissime calorie. L'aceto può essere un buon compagno anche dei cibi cotti. Quanto si può
usarne in un giorno? Meglio non più di due cucchiai (grandi. L'aceto, però, è sconsigliato ad alcune persone.
Intanto chi soffre di bruciori di stomaco, perché stimola la secrezione gastrica e dunque può accentuare
dolori e problemi. E poi chi ha l'osteoporosi. Quantità elevate di aceto hanno mostrato di ostacolare
l'assimilazione di minerali come il calcio.
A parte queste note, per chi desiderasse utilizzare un condimento che, oltre a dare dei buon sapori, abbassi
anche i livelli di zucchero nel sangue e aumenti il senso di sazietà, l'alternativa a medicine e prodotti chimici
è il banalissimo aceto!

Cellulite e prova costume? Prova con i rimedi naturali

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L’estate si avvicina e molte donne sicuramente si staranno già letteralmente dannando per il problema
della buccia d’arancia che alberga da sempre sulle loro cosce e i loro glutei. Ma bisogna attrezzarsi
prima! Cominciare a pensare alla prova costume a Giugno o Luglio è già troppo tardi. Lo dicono anche gli
specialisti: non esistono cure miracolose per la cellulite, ma con costanza, tempo e sinergia si possono
ottenere degli ottimi risultati nella maggior parte dei casi. Vi riportiamo dunque un elenco di comprovati
rimedi puramente naturali contro questa malattia che attanaglia molte di noi. Tra i rimedi naturali più
efficaci vi è quello dall’alga bruno, impiegata anche nei fanghi anticellulite. I fanghi si possono fare anche
a casa tua, servono a stimolare la microcircolazione sanguigna e anche l’ossigenazione cellulare a livello
locale avendo un fortissimo potere osmotico che favorisce il drenaggio e l’eliminazione delle tossine in
eccesso. Sono ottimi quelli ricavati dalle acque termali, specialmente da quelle particolarmente sulfuree.
Poi vi è la caffeina, una sostanza con effetti “lipolitici” ovvero sia di scioglimento dei grassi, in grado di
riattivare, almeno in parte se non del tutto il microcircolo e favorire il drenaggio dei liquidi in eccesso nei
nostri tessuti. Proprio per questo motivo è alla base di creme e gel antibuccia d’arancia di ultimissima
generazione. Il finocchio consumalo appena puoi nelle tue insalate: ha un bell'effetto disintossicante e
depurante, e migliora le funzioni intestinali. Per questo è ideale per chi soffre di stitichezza, una delle
possibili concause della cellulite. Il finocchio contiene infatti una buona percentuale di fibra che stimola
la velocità del transito intestinale. Come funziona? Le fibre assorbono l'acqua e così fanno aumentare il
volume delle feci, rendendole più abbondanti e morbide.
Anche il Ginkgo biloba. Le foglie di questa pianta possono migliorare la circolazione sanguigna, soprattutto
a livello del microcircolo. Per questa ragione, gli estratti della pianta sono molto utilizzati nella preparazione
di cosmetici e integratori contro la pelle a materasso. Gli integratori, da assumere con regolarità e per
periodi piuttosto prolungati, ma sempre sotto il controllo di un medico, hanno un ruolo di completamento
con i trattamenti cosmetici e il loro impiego non va mai separato da un'alimentazione sana e dall'esercizio
fisico regolare.

Metabolismo rallentato? Dagli una svegliata con tisane ed integratori

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Per dare una sana “svegliata” al tuo metabolismo non occorre necessariamente utilizzare le medicine,
esistono anche tisane ed integratori naturali che sono in grado di farlo. Si possono trovare in parafarmacia,
erboristeria e farmacia. In genere i trattamenti con le erbe non danno particolari problemi, tuttavia se si
soffre di particolari patologie, o si stanno già assumendo dei farmaci o in caso di gravidanza è opportuno
consultare il medico curante. Perché ci sia effetto in questo tipo di trattamento è opportuno che si segua
un ciclo di almeno una ventina di giorni, magari con cicli con intervalli di qualche settimana ma attenzione
ad una cosa: un’assunzione continuativa e troppo prolungata può procurare anche l’intossicazione. Il
ginseng, una notissima radice orientale, è una vera e propria sveglia per il vostro metabolismo! Non solo
aiuta a dimagrire, ma abbassa anche la glicemia, combatte la spossatezza fisica e stimola il vostro sistema
immunitario grazie a sostanze chiamate ginsenosidi. La qualità migliore di ginseng è quello rosso coreano
che contiene un’altissima concentrazione di principio attivo. Si può trovare anche sotto forma di capsule, in
estratto a secco titolato al 4% in ginsenosidi. La dose consigliata è di 150 milligrammi per tre volte al giorno
Non è indicato per ipertesi, donne in gravidanza o allattamento e bambini sotto i 12 anni.
Il tè verde: le catechine e la caffeina contenute in grandi quantità nelle foglie di tè verde aiutano le
cellule a rendere più efficiente l'uso dell'energia: viene accelerato il metabolismo dei grassi e si rallenta
il loro accumulo. Può essere preso in estratto a secco (200-300 milligrammi di epicatechine in capsule o
compresse dopo i pasti) oppure in infuso (lasciando in infusione due o tre cucchiaini di tè verde in acqua
bollente ad 80 gradi). Non sono riportati particolari effetti collaterali, se non una possibile riduzione della
pressione sanguigna. In alcuni pazienti il tè verde può dare inoltre insonnia.

Un nuovo test per la degenerazione maculare dell’occhio

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Giocare d'anticipo contro la più comune causa di cecità sopra i sessant'anni: la degenerazione maculare
senile. Oggi è più facile, grazie a un innovativo test genetico predittivo che permette di scoprire il proprio
livello di rischio di sviluppare la malattia della retina. Approvato dalla Food and Drug administration (l’ente
governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici)
e presentano all’ultimo congresso della Società italiana di oftalmologia, il test è già disponibile da
alcuni oculisti italiani: vediamo come funziona. Il test è il frutto delle ricerche degli ultimi anni sulla
componente genetica della degenerazione maculare senile, che hanno permesso di individuare i cinque
geni associati alla malattia e alla cosiddetta forma neovascolare. E’ la presenza di determinate variazioni
della sequenza del Dna (polimorfismi) su questi geni ad aumentare il rischio che la macula vada incontro
alla degenerazione. Per la precisione i polimorfismi di tre geni aumentano il rischio di sviluppare la malattia,
mentre quelli di altri due lo riducono. Il test analizza proprio la presenza o meno di questi polimorfismi e la
loro tipologia, con una sensibilità di risultato superiore all’80%. Esso, quindi, permette di stabilire la propria
percentuale di rischio genetico di sviluppare la degenerazione maculare neovascolare, ma è utile anche
per le persone che già mostrano i primissimi segni della malattia, per poter valutare se potrà evolvere nella
forma neovascolare. I primi destinatari del test sono i famigliari di persone già colpite dalla degenerazione
maculare. In questi casi il test è indicato anche in giovane età. Il test è consigliato, inoltre, a quanti hanno
più di 65 anni, tanto più se si tratta di donne, perché statisticamente più colpite, se si hanno gli occhi chiari,
perché più esposti all’aggressione dei raggi solari e se si presentano uno o più tra i fattori di rischio legati
allo stile di vita.

Mal di testa e rimedi naturali

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In molti in questo secolo di stress e malessere sono afflitti dal tremendo "male del mal di testa". In
pochi però sanno che molte piante si sono dimostrate molto efficaci nel lenire i vari tipi di emicranie.
La fitoterapia in molti casi, oltre che essere utile, è proprio fortemente consigliata dai medici, magari
quando delicate condizioni di salute come età avanzate o intolleranze possono creare problemi con le
normali medicine. Molte piante si sono dimostrate in grado di lenire i vari disturbi legati al mal di testa. La
fitoterapia in questi casi risulta essere particolarmente utile in soggetti che presentano condizioni di salute
non ottimali, a causa ad esempio della presenza di disturbi cronici, età avanzate o intolleranze varie alle
normali medicine. Ma neanche le piante sono del tutto innocue, specie quelle utilizzate per combattere
la cefalea, molte hanno effetti collaterali e controindicazioni. In questi casi è vietato dunque il fai da te in
erboristeria, sempre meglio farsi consigliare dal medico curante: eccovi però serviti due rimedi naturali di
comprovata efficacia. Il salice bianco, dotato di una corteccia ricchissima di tannini condensati, flavonoidi,
fenolici, tutte sostanze che una volta ingerite vengono metabolizzate dalla flora batterica dell’intestino e
trasformati in acido salicilico, una sostanza dalle proprietà antiinfiammatorie. Si consiglia in questi casi un
dosaggio di 1,5-2,5g di droga secca e di 120mg di salicina al giorno, contenuti in estratti secchi titolati in
una soluzione di salicina almeno al 30% da assumere ogni qualvolta se ne senta il bisogno. Ci sono però
degli effetti collaterali possibili: ad esempio disturbi gastrici, la pianta è controindicata in pazienti con una
sensibilità accentuata nei confronti dei silicati.
Poi c'è il Ginkgo Biloba che ha come principale componente il ginkgolide B, che ha proprietà clinicamente
dimostrate a tal punto da essere considerato affidabile e sicuro anche dalla medicina ufficiale. E'
indicato prevalentemente per le emicranie, il dosaggio consigliato è di 120-240 mg al giorno di estratto
standardizzato contenente il 24-27& di flavonoidi, il 5-7% di ginkgolidi ed esente da acidi ginkgolici. In
alternativa è possibile somministrare dei preparati arricchiti in ginkgolide B. Va assunto al bisogno oppure
come trattamento di profilassi fino a otto settimane.

Le delizie antiossidanti

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Non sempre ciò che crediamo, specie nel settore della medicina, risulta poi essere vero. In tanti, ad
esempio, immaginano che a tavola, la migliore ricetta anticancro prevede menù poveri di ogni pietanza che
faccia venire un certo languore, come ad esempio il cioccolato. Niente di più sbagliato signori! E' il cacao,
infatti, il re dei dessert che aiuta a tenere lontano il proliferarsi delle cellule maligne. Infatti all'interno del
cacao sono contenute alcune sostanze chiamate proantocianidine con forti contenuti di polifenoli. Tali
sostanze hanno enormi potenzialità antiossidanti, in grado di rallentare, anche in laboratorio, i processi che
portano alla degenerazione delle cellule, aiutando nel contempo il sistema circolatorio. Un solo quadratino
infatti può contenere tante sostanze benefiche quanto una tazza di semplice tè verde, al contempo una
tazza di cioccolata calda contiene cinque volte il numero di antiossidanti di una di tè! Ovviamente, essendo
il cioccolato ricco di calorie, occorre sempre non esagerare, ma in pochissimi sanno che un paio di quadretti
di cioccolato fondente al 70% bastano a calmare un attacco di fame garantendo anche un ottimo numero di
polifenoli.
Poi ci sono i frutti di bosco. Grazie all'acido ellagico, presente in grandi quantità in fragole e lamponi, e alle
antocianidine, presenti soprattutto nei mirtilli, i frutti di bosco inibiscono l'attività di due proteine essenziali
allo sviluppo delle metastasi. In pratica, impediscono all'ossigeno e ai nutrimenti di raggiungere le cellule
tumorali e di fatto rallentano, secondo i test di laboratorio, il processo degenerativo. Il congelamento non
altera, se non in minima parte, le proprietà di questi frutti, che possono così essere consumati durante
tutto l'anno. Infine, avete mai provato a condire frutta e dolci con la menta? Cominciate a farlo. E già che
ci siete aggiungete timo e maggiorana, origano, basilico e rosmarino a primi, secondi e contorni. Perché
queste spezie della famiglia delle lamiacee sono ricche di terpeni. I terpeni hanno l'importante proprietà di
interferire con lo sviluppo del tumore, frenando la funzionalità di numerosi agenti cancerogeni.

I tuffi al cuore: le extrasistoli

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A molte persone sarà capitato di avvertire una sensazione strana, una specie di tuffo al cuore (alcuni lo
descrivono come un frullo d'ali nel petto). Succede all’improvviso, in uno stato di benessere e spesso
anche a riposo. Dura un attimo, poi tutto torna come prima. Rimane il dubbio, però, che qualcosa non
vada: che cosa sarà successo? Nulla di serio, si tratta di un’extrasistole, cioè una contrazione del cuore
anticipata rispetto al ritmo normale, che dà l’impressione che si sia fermato per un istante. Solo in alcuni
casi può essere il sintomo di una malattia cardiaca. Per capire come si verifica un’extrasistole è necessario
conoscere come funziona il cuore. Quest’organo si contrae e si rilascia per tutta la vita per circa 70 volte
al minuto. Questi due movimenti, chiamati sistole e diastole, si alterno con un ritmo preciso costante,
per cui l’intervallo tra una sistole e l’altra è regolare. I battiti cardiaci hanno origine in una particolare
struttura del cuore, chiamata seno nodo-atriale. Da qui, l’impulso percorre tutto l’organo facendolo
contrarre ritmicamente. Nell’extrasistole, l’impulso compare in un’altra zona del cuore, prima che lo faccia
normalmente il nodo seno-atriale, obbligando il muscolo cardiaco a contrarsi prima del dovuto. Il risultato
sono due contrazioni ravvicinate, un’anticipazione rispetto al ritmo normale. L’extrasistole può essere
atriale, se ha origini nella parte alta del cuore, cioè negli atri o ventricolare, se avviene nella parte bassa,
cioè nei ventricoli. Le due forme si possono riconoscere soltanto attraverso l’elettrocardiogramma, mentre
i sintomi sono pressoché uguali. L’extrasistole può anche essere un disturbo che non ha nulla a che fare con
il cuore, come in chi soffre di ipertiroidismo. Queste persone sono soggette a frequenti extrasistoli dovute
a un’eccessiva attività della tiroide, mentre il cuore è perfettamente sano. A volte l’extrasistole compare in
un adulto e può anche essere il segno di una malattia, allora può dipendere da varie cause. Per esempio,
da una cardiopatia ischemica, cioè dovuta alla sofferenza del cuore per un ridotto afflusso di sangue,
alla pressione alta, oppure a un aumento delle dimensioni del ventricolo, con riduzione della capacità di
contrazione del cuore. In tutti questi casi, qualunque sia l’origine, è necessario curare la malattia di base
e non il disturbo occasionale. I farmaci vengono prescritti soltanto quando i disturbi durano a lungo e non
permettono alla persona di avere una vita normale perché possono causare importanti effetti collaterali.

Una digestione particolarmente difficile? Aiutati con gli enzimi naturali

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Se ne sente spesso parlare ma non tutti sanno di cosa di tratta, stiamo parlando degli enzimi digestivi. Si
tratta di sostanze proteiche che vengono rilasciate direttamente all'interno del nostro canale alimentare
per poter realizzare al meglio le reazioni biologiche della digestione. In commercio ne esistono di tutti i tipi:
lo scopo finale è quello di ottenere più efficienza nel processo digestivo e quindi, conseguentemente, un
miglioramento generale delle condizioni dell'organismo.
Ma come si producono questi enzimi digestivi? Si fanno a partire dalle cosiddette maltodestrine, ottenute
da ceppi fungini non tossici come l'Aspergillus niger, i quali, una volta finito il processo di fermentazione,
vengono completamente rimossi.
Le maltodestrine sottoposte a fermentazione fungina contengono naturalmente un insieme di enzimi
che possono sostenere le funzioni digestive. Gli enzimi alimentari vengono attivati dal calore già durante
la masticazione, dando così inizio al processo di pre-digestione. Le maltodestrine inoltre costituiscono il
nutrimento per la flora batterica amica, in particolare acidophilus e bifidus, che permette di migliorare
l'assimilazione di fibre, carboidrati, proteine e grassi alimentari. Questi enzimi risultano dunque efficaci nel
rendere la digestione meno lenta e laboriosa e permettono inoltre di contrastare eventuali intolleranze
alimentari.
Gli enzimi digestivi si acquistano in capsule o compresse in farmacia o in erboristeria. Per migliorare la
digestione vanno assunti come supplemento, subito prima dei pasti. La cura dura solitamente da uno
a tre mesi e va sempre monitorata dal naturopata di fiducia, controllando che sia iscritto regolarmente
alla Federazione nazionale naturopati professionisti. Per una maggiore efficacia, l'uso di enzimi digestivi
dovrebbe essere accompagnato da un miglioramento delle abitudini alimentari scorrette e dall'adozione di
alcuni accorgimenti che possano favorire una migliore digestione.

Contrordine: i denti del giudizio non vanno tolti

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La maggior parte delle persone associa i denti del giudizio al dolore, spesso molto forte quando spuntano,
e all’intervento di estrazione dal dentista, ma il loro ruolo nella dentizione è più complesso. Vediamo
quando vanno tenuti o quando e perché serve l’aiuto del dentista per toglierli. Rispetto ad alcuni anni
fa, oggi i dentisti decidono per l’estrazione solo quando è strettamente necessaria. Il dolore e le possibili
complicazioni di un intervento non sempre semplice sono tra le ragioni di questa inversione di tendenza.
I denti del giudizio, o terzi molari permanenti sono così chiamati perché in teoria dovrebbero spuntare
intorno ai 18-20 anni, ma non sempre questo è un riferimento cronologico preciso, perché l’età della loro
comparsa è molto variabile. I denti del giudizio hanno cattiva fama a causa degli interventi complessi di
estrazione di cui spesso si sente parlare, ma si discute anche se valga la pena di tenerli e di come e quanto
influenzino lo spostamento dei denti vicini all’interno della bocca. I problemi legati ai denti del giudizio si
presentano soprattutto nelle persone di razza bianca, perché hanno un osso mascellare inferiore troppo
piccolo per ospitare il volume di un molare ed è proprio l’assenza di spazio a dare origine alle successive
complicanze. Secondo le teorie evoluzionistiche questo accade perché il dente del giudizio è in via di
progressiva scomparsa a causa di un suo scarso utilizzo nella masticazione. Se il dente del giudizio quando
spunta trova un corretto posizionamento nelle arcate dentarie, anche rispetto agli elementi vicini, non va
eliminato. In questo caso, per giunta, raramente è responsabile dello spostamento degli altri denti, perché
ha spazio sufficiente per crescere senza spingere gli altri per farsi posto. Il dente ben collocato nell’osso,
quindi, spesso non crea problemi di sorta e può mantenersi sano per tutta la vita.

Litigare senza farsi del male

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Ai tempi dei nostri nonni il concetto di dialogo di coppia non esisteva. Si discuteva della quotidianità,
delle cose da fare, della scuola, dei figli, ma non certo della relazione, dei rispettivi bisogni sessuali
o sentimentali, dei sogni e delle delusioni. Così capitava che i “non detti” si accumulassero e che le
incomprensioni si trasformassero in una forma di violenza inconscia. Oggi l’approccio è diametralmente
opposto, per cui quando ci sono dei problemi si tende a parlare molto di più, ma i risultati non sempre
sono positivo. Questo perché i contrasti verbali nell’ambito della coppia spesso riassumono una serie di
recriminazioni che manifestano frustrazioni. Di conseguenza, nella inevitabile serie di botta e risposta,
non è raro che ciascuno resti sulla difensiva e non si sforzi di avvicinarsi all’altro per comprendere davvero
l’oggetto del contendere. Altre volte le parole contraddicono il linguaggio del corpo, facendo perdere il
contatto con le proprie sensazioni e diminuendo l’attenzione che si riserva all’altro. Succede, allora, che
ognuno rimanga fermo nelle sue convinzioni e l’alterco non porti a nulla se non a inasprire il conflitto
a rinforzare le incomprensioni. Secondo una ricerca spagnola è lei a soffrire di più, tuttavia per evitare
spiacevoli conseguenze è bene che entrambi usino parole e toni adeguati. C’è chi allo scontro aperto
preferisce il “conflitto mascherato”, che si esprime in maniera sotterranea attraverso il sarcasmo o con
comportamenti passivo-aggressivi, mentre altri temono il confronto al punto di evitare qualsiasi diverbio
per mantenere un’atmosfera il più possibile idilliaca. In realtà, una coppia davvero equilibrata non è quella
che non litiga mai, ma quella che sa farlo nel modo più appropriato. Ciò significa utilizzare i malintesi e le
difficoltà per portare avanti il processo di crescita e rimettersi all’occorrenza in discussione, visto che il
litigio rappresenta un importante strumento di conoscenza reciproca.

Piccoli tiranni per un genitore su tre

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I bambini difficili, viziati, capricciosi sono sempre esistiti. Ma oggi il fenomeno del “bambino tiranno” ha
assunto proporzioni preoccupanti e coinvolge una famiglia su tre. Piccole pesti capaci di far naufragare
matrimoni, mettere in crisi i genitori, costretti a rivolgersi agli psicologi perché incapaci di gestire la
situazione. Come difendersi? Influenzate da una cultura che è diventata sempre più permissiva, dai sensi

di colpa perché dedicano molto tempo al lavoro e dalla scelta, spesso obbligata del figlio unico, le madri
italiane credono di proteggere le proprie creature ricostruendo intorno a loro una sorta di “utero virtuale”.
Il bambino, tuttavia, è angosciato dal non avere limiti. Il problema sono gli adulti, che, a loro volta, sono
infantilizzati dalla società. Le madri spesso si vivono come adolescenti, sempre in competizione con se
stesse per mantenersi giovani e attraenti e compensano il poco tempo dedicato alla maternità con un
atteggiamento permissivo. I padri, dal canto loro (soprattutto se separati) fanno a gara nel rendersi più
graditi con doni eccessivi, permessi speciali e complicità fuori luogo, basate su un codice comune tra
pari. “Tornare indietro non è possibile – avverte lo psicologo Pleux – ma riconoscere i segnali invece è
doveroso”. Il bambino non vuole lavarsi i denti? Si rifiuta di andare a dormire, di mangiare la carne o di
riordinare i giochi? Oppure si trasforma in un mostro di fronte ai “no” dei genitori? Sono tutti segnali di
un comportamento aggressivo e non vanno trascurati. Il bambino piccolo ha bisogno di regole precise
e di qualcuno che gliele imponga, altrimenti non capisce la differenza tra ciò che è possibile e ciò che è
inaccettabile. E’ normale che un bambino voglia alzarsi da tavola, ma non che sia lui a stabilire quando deve
finire la cena; è possibile che non apprezzi un nuovo cibo, ma non che affermi “fa schifo”; è logico che non
abbia voglia di preparare la tavola, non che imponga ai genitori di fargli da camerieri. Fate attenzione!

Dermatite e rimedi naturali

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Ci sono diversi tipi di dermatite che possono insidiare la nostra pelle (pensate, ben 10000!), che includono
manifestazione infiammatorie molto diffuse con cui chiunque prima o poi avrà a che fare nella vita. Proprio
per questo bisogna fare molta attenzione, si tratta di patologie che affligono la pelle, che è il nostro per così
dire primo biglietto da visita, quindi non sempre il fai da te in questi casi è consigliato e talvolta si preferisci
recarsi direttamente dal dermatologo. Tuttavia, anche le cure naturali, nei casi più semplici fanno la loro
parte. L'omeopatia ad esempio si è rivelata negli anni molto utile per curare le dermatiti. Per la cura della
dermatite atopica infatti in genere è efficace l’utilizzo del Graphites alla diluizione di 5 ch, 3 granuli sotto la
lingua un 3 volte al giorno. Oltre al farmaco specifico, però, in base ai principi della medicina omeopatica
occorre stabilire una terapia di base, anche sulle caratteristiche singole dell’individuo, affidandosi alla
sua unicità e all’esperienza di uno specialista omeopata. I rimedi di fondo che vengono prescritti con
una maggiore frequenza in caso di dermatiti sono il Natrum Muriaticum, la Calcarea Carbonico, il Sulfur
Iodatum in diluizione in genere più elevata (30 CH in su), a discrezione del medico sulla base delle
particolarità dell'ammalato. I principi attivi dei farmaci verdi, in linea generale, offrono una minore tossicità
e meno effetti collaterali dei farmaci tradizionali. Uno dei più usati nella cura delle dermatiti è il Ribes
nigrum, sotto forma di macerato glicerico, ad azione antiallergica (simile al cortisone); i dosaggi andranno
dalle 15-20 gocce nel bambino alle 50 per gli adulti, 2-3 volte al giorno.

La labirintite può essere curata anche con le erbe

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Si definisce labirintite l'infiammazione dell'organo labirinto, ovvero quella porzione di orecchio formata
dai canali che regolano l'equilibrio corporeo. Questo tipo di disturbo, infatti, causa vertigini, sbandamenti,
perdita d'equilibrio e altri disturbi gastrointestinali o uditivi legati proprio all'equilibrio del corpo come
nausea o acufeni. C'è certamente una grande varietà di situazioni che può condurre alla condizione
clinica di labirintite, tra le più comuni si hanno le allergie, le otiti, le infezioni virali e batteriche delle vie
respiratorie e così via. In casi come questo si può ricorrere a rimedi naturali come le erbe che stimolano
ed attivano le difese naturali e combattono quindi l’infiammazione, drenando liquidi e favorendo
la microcircolazione. E’ importante curare questa malattia dal momento che la labirintite potrebbe
cronicizzarsi o causare seri danni all’udito delle persone. Le erbe certamente non sostituiscono le cure
mediche e possono interferire anche con i farmaci specificatamente dedicate al disturbo, quindi è sempre
meglio affidarsi comunque ai consigli del proprio medico curante. Ad ogni modo per rinforzare le difese
naturali si può ricorrere alla vitamina C. In caso di infezione è indicata anche la radice di echinacea: una
sessantina di gocce 2 o 3 volte al giorno nella fase più acuta. Si può anche ricorrere all’astragalo, una pianta
cinese con la radice ricca di polisaccaridi, efficaci nel rafforzare le difese. Infine si può ricorrere anche al
ginkgo, uno degli alberi più antichi del mondo e un ottimo rimedio per ossigenare i tessuti: 30 gocce 1 o 2
volte al giorno per due mesi.

Il cavolo non ti fa venire il raffreddore

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Lo sapevate che il cavolo allontana un mucchio di malanni? Tanto per cominciare non si immagina che
possa dare una mano a prevenire il raffreddore. Alcuni tipi di crucifere , la famiglia a cui appartengono
circa 300 tipi diversi di cavoli, contengono addirittura più vitamina C delle arance, a parità di peso. Questa
vitamina, grazie al suo forte potere antiossidante, aiuta le cellule a difendersi con maggiore efficacia e ha
anche un effetto indiretto sul sistema immunitario, permettendogli di lavorare al meglio.
Quali sono le crucifere che contengono le maggiori quantità di vitamina C? I cavolini di Bruxelles: 81
milligrammi per 100 grammi di vegetale, ben oltre i 50 milligrammi dell’arancia. Ma anche i cavolfiori
crudi sono molto ricchi di questa sostanza (59 milligrammi) mentre la quantità scende a 28 milligrammi
per i cavolfiori cotti. Ultimi, in questa classifica, i broccoli, che da crudi hanno 35 milligrammi di vitamina
C e se cotti solo 20. Cavolfiori e broccoli sono anche ricchi di carotenoidi, sostanze in grado di stimolare le
difese immunitarie, e per questo inseriti nella lista degli ortaggi consigliati all’interno delle raccomandazioni
diramante ogni inverno dal ministero della Salute per proteggersi dai rigori del clima. Ci sono poi alcuni
studi scientifici che dimostrano come le brassicacee siano preziose alleate per contrastare i tumori e
proteggere l’organismo dallo stress ossidativo.

Mangiato pesante? Evita l’amaro e cammina

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Mangiato troppo oppure troppo pesante? Chissà, magari entrambe le cose, una combinazione letale per la
pancia. Fatto sta che adesso devi allentare la cintura, stai sudando come un disperato e giuri a te stesso che
la prossima volta starai più attento ad esagerare. Ma intanto, come alleggerirti? Terminato il pasto, anche
se ti senti appesantito e privo di energie, cerca di non sederti in posizione semisdraiata sulla prima poltrona
che trovi, né coricati al letto. La sensazione di gonfiore e di distensione addominale, infatti, è data dal cibo
in transito nello stomaco. La postura orizzontale rallenta la digestione e favorisce il reflusso gastroesofageo.
Per questo, dopo una cena abbondante, prima di andare a dormire è meglio aspettare due o tre ore.
Questo intervallo di tempo consente di svuotare lo stomaco dal contenuto del cibo e di far passare il
maggior contenuto di acido gastrico verso l’intestino. Dopo un pasto sostanzioso, sempre sconsigliato, è
preferibile svolgere una moderata attività fisica come una camminata a ritmo blando, infatti, che facilita
lo svuotamento dello stomaco e aiuta a smaltire le calorie in eccesso. Se fuori fa freddo, prima di uscire,
attento a coprirti bene. Al contrario di quanto molti pensano, il bicchierino di amaro o di limoncello a fine
pranzo o cena complica le cose, in particolar modo se per accompagnare il pasto si sono consumati altri
alcolici. Anche chiudere l’abbuffata con una tazzina di caffè può gratificare il palato, ma favorisce i sintomi
da reflusso gastroesofageo e rallenta lo svuotamento dello stomaco. Evita digiuni compensatori: piuttosto

consuma pasti ricchi di frutta, verdura, acqua e limita alcolici, bibite gassate e dolci. Il segreto sta nella
moderazione: non devi rinunciare a quello che ti piace, ma devi ridurre le porzioni di ogni alimento. Se
possibile, fai tutti i giorni una moderata attività fisica!

Il pane è salutare?

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Gli ingredienti base del pane sono farina, specie di frumento, acqua, lievito e sale. Le sue proprietà
nutrizionali dipendono dalla farina, che può essere di tipo 0 o 00, integrale, ai cereali come la segale, a cui
può essere aggiunto l'olio. Secondo le tabelle dell'Inran, l'apporto energetico del pane bianco è dato per
l'87% da carboidrati, per il 12 per cento da proteine e solo per l'1 per cento da grassi. Sono presenti anche
fibre, che nel pane bianco ammontano a 3,2 grammi ogni 100, sali minerali come ferro, calcio e fosforo
e vitamine del gruppo B. Un etto di questo tipo di pane fornisce circa 289 calorie, considerando che la
dose giornaliera è di 50 grammi a pranzo e 50 a cena, l'equivalente di un panino piccolo. Il pane integrale
contiene più acqua, più fosforo, ferro e calcio e circa il doppio di fibre. E a parità di peso ha meno calorie:
224 per 100 grammi. E' consigliato per la funzionalità dell'intestino e per il controllo delle calorie giornaliere

così come il pane di segale, quello scuro, che è ancora meno calorico: 219 calorie per un etto. Attenzione
invece al pane all'olio che ha un contenuto di grassi di circa sei volte maggiore rispetto al pane bianco e
quindi è più calorico. E un occhio anche a crackers, grissini e simili che, considerati uguali al pane, non lo
sono affatto: poiché sono secchi, contengono pochissima acqua e dunque riempiono lo stomaco meno a
parità di calorie. Inoltre sono più salati e favoriscono la ritenzione dei liquidi e sono ricchi di grassi vegetali
(olio) o animali (burro o strutto).

Studio inglese: l’aspirina allontana il cancro

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L’aspirina, universalmente conosciuta come rimedio contro le malattie da raffreddamento o il mal di testa,
e per il suo ruolo antitrombotico nel prevenire infarto e ictus, ha anche l’effetto di rallentare alcune forme
di cancro, in particolare quello al colon, all’esofago e al polmone. I ricercatori lo supponevano, in seguito a
molte osservazioni che si sono ripetute negli anni, ma un’ulteriore evidenza è arrivata, all’inizio di gennaio,
dalla rivista scientifica Lancet, una delle più prestigiose del mondo, che ha reso noti i risultati di un ampio
studio coordinato da Peter Rothwell dell’Università di Oxford (Gran Bretagna). Gli esperti inglesi hanno
preso in esame i dati relativi a circa 25mila pazienti che erano stati tenuti sotto osservazione (in realtà, per
verificare l’effetto dell’aspirina contro le malattie cardiovascolari). Andando a controllare quante di queste
persone erano decedute per un tumore, gli studiosi hanno scoperto che, dopo almeno cinque anni di uso
quotidiano di aspirina a bassi dosaggi (75 milligrammi, molto meno dei 325-500 delle compresse classiche),
il rischio di morte per il cancro al colon era risultato inferiore del 40% rispetto a chi non usava il farmaco.
La diminuzione del rischio è apparsa ancora più marcata per i carcinomi all’esofago: meno del 60% rispetto
alla norma. Ed è stata riscontrata anche per i tumori del polmone (meno 30%) e della prostata (meno 10%).
In media, il rischio di morte per cancro (calcolato su tutti i tipi di tumori) è diminuito del 20% A cosa si deve
questo potere dell’aspirina? Le spiegazioni non sono chiare, ma è probabile che abbia un ruolo rilevante
l’effetto antiinfiammatorio di questo farmaco, perché l’infiammazione e alcuni suoi mediatori chimici
possono provocare danni alle cellule.

Il vaccino dà l'autismo?

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I vaccini sono considerati la più grande scoperta scientifica del secolo scorso, poiché salvano dalla morte
circa cinque milioni di bambini ogni anno e molte altre decine di milioni dalle conseguenze di malattie come
la poliomielite, la difterite, la meningite e l'epatite. La questione è la possibile relazione tra la vaccinazione
contro la morbillo-rosolia-parotite e la comparsa dell'autismo nei bambini sollevata qualche anno fa da
alcune associazioni di genitori, che è stata presa in considerazione e valutata dalla comunità scientifica,
con studi approfonditi che hanno dimostrato che non c'è alcuna correlazione. Gli effetti collaterali possibili
delle vaccinazioni sono di lievissima entità e si presentano solo nel 10-15 per cento dei casi: ci può essere
arrossamento, prurito e lieve dolore nella sede della puntura, diarrea e febbre che dura non più di un
giorno. In passato ci sono stati casi, sebbene molto rari, di seri effetti collaterali con il vaccino antipolio del
tipo attenuato. Oggi questo tipo di vaccino non si usa più e si è tornati a usare il tipo definito "ucciso" che
inizialmente fu abbandonato perché non dava la copertura totale. Secondo le indicazioni internazionali è
invece necessario rimandare la vaccinazione se il bambino ha febbre oltre i 37,5°C. Questo perché se nei
giorni successivi alla vaccinazione la febbre non si abbassa e compaiono diarrea e vomito, non se ne può
attribuire correttamente la causa. Per concludere, non è vero che i vaccini sono inutili perché le malattie da
cui difendono sono ormai scomparse: è vero invece che sono scomparse proprio perché un gran numero di
persone viene vaccinato. Se si smettesse, le malattie ricomincerebbero a circolare nella popolazione.

A cavallo gli alcolisti dimenticano la bottiglia

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Al galoppo! Via dalla dipendenza dall’alcol in sella a un cavallo: al San Raffaele di Milano il progetto
Alcibiade fa proprio questo. Riabilitare, attraverso il lavoro con alcuni animali, pazienti con problemi di
alcolismo, ma anche schizofrenici e bimbi Down. E i risultati si fanno sentire: tra una spazzolata delle
criniere e un giro al trotto, nei tre gruppi pilota l’umore migliora non appena si entra nel maneggio
dell’ospedale. Ma non c’è solo questo. Forse a sorprendere di più di tutto è la reazione degli schizofrenici.
Di solito sono apatici e demotivati, fanno fatica a trovare la voglia di seguire le terapie. Con i cavalli è
diverso, vanno agli incontri, una volta a settimana e lo fanno volentieri. Così possono raggiungere nuovi
obiettivi oltre a quelli delle usuali attività terapeutiche. Potere dello sguardo dolce ed elegante dei cavalli,
che vengono preparati dai pazienti prima degli esercizi. Così anche le persone alle prese con la dipendenza,
che non sembrano credere nemmeno a loro stessi, si sentono responsabili dei loro amici con la criniera. E
intanto imparano anche una professione che offre la possibilità di trovare lavoro in un maneggio. Al centro
ippico, i pazienti si dimostrano più aperti e disponibili a creare relazioni. Il cavallo diventa un pretesto per
parlare, le difficoltà di entrare in contatto con gli altri sembrano scivolare via. Il progetto è promosso dal
dipartimento di neuroscienze cliniche del San Raffaele ed è partito lo scorso aprile. Coinvolge due gruppi
di cinque adulti, schizofrenici e alcolisti in riabilitazione presso le strutture dell’ospedale, e alcuni bambini
inseriti nella Agpd (Associazione genitori persone Down). L’attività è sostenuta dalla onlus Agorò per la
riabilitazione equestre.

Il menu in caso di influenza

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Ti sei beccato l'influenza? Forse sei tra quei due-quattro milioni di italiani che quest'anno, secondo gli
infettivologi, verranno contagiati dal cosiddetto virus Perth-like (ceppo AH3N2). Doloretti alle articolazioni,
testa che pulsa, naso che cola: l’ultima cosa che ti viene in mente è mangiare. Vorresti solo stare a

letto, dopo aver mandato giù il tuo antinfiammatorio per placare i sintomi. Ma ti devi sforzare. Perché è
fondamentale, per superare velocemente una malattia leggera ma debilitante come l’influenza scegliere
una dieta adatta. L’alimentazione da seguire deve essere leggera, digeribile e, allo stesso tempo, nutriente.
Si devono infatti evitare fritti, burro, margarina, insaccati o dolci troppo elaborati. Meglio privilegiare,
invece, i cibi ricchi di vitamine, frutta e verdure, fresca o al vapore. Via libera, dunque, a cavoli, broccoli,
kiwi e agrumi. Ma anche a brodi vegetali e di pollo, latte caldo, carne bianca e pesce, cerali (specie pastina e
riso). Senza scordarsi poi di bere molto, soprattutto acqua a temperatura ambiente, per reintegrare i liquidi
persi con la sudorazione. Ecco alcuni cibi e bevande che ti aiutano a tirarti su quando ti ritrovi inchiodato
a letto con i fazzoletti. Per favorire la guarigione non bisogna farsi mancare frutta e verdura, anche sotto
forma di frullati e di centrifugati, che si deglutiscono più facilmente se la gola è gonfia o irritata. Ottimi gli
agrumi, ricchi di vitamina C, una sostanza antiossidante e protettiva del sistema immunitario. Durante la
fase acuta dell’influenza, puoi bere una spremuta d’arancia o di pompelmo, oppure mangiare un’arancia,
un mandarancio o due mandarini a metà mattina e per lo spuntino pomeridiano. Diversi studi hanno
dimostrato l’efficacia antinfiammatoria di una ricetta tradizionale come il brodo di pollo. Facendo bollire un
pollo si sciolgono nell’acqua alcune proteine che aiutano il sistema immunitario a rinforzarsi. Meglio ancora
sarebbe aggiungere al brodo aglio e peperoncino, per il loro potere disinfettante, ma questo dipende dai
gusti personali di ciascuno.

Schiena dritta con lo yoga

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Vostro figlio fa i compiti con la schiena curva? inutile ripetergli di sedersi correttamente: se ha preso questa
abitudine, appena ve ne andrete in un'altra stanza lo rifarà. Meglio iscriverlo ad un corso di yoga: un ciclo
di lezioni per tutta la stagione. Perché proprio la disciplina indiana, secondo innumerevoli studi, aiuta
a correggere i difetti di postura. I benefici sono già apprezzabili dopo due o tre mesi di lezioni, con una
frequenza di un paio di volte alla settimana. Grazie alla pratica costante degli asana, le posizioni tipiche
della disciplina orientale, bambini e ragazzi acquisiscono una maggiore consapevolezza del proprio corpo e
riescono ad assumere la postura corretta in ogni momento della giornata. Sono dimostrati scientificamente
anche i benefici per le lievi deviazioni della colonna vertebrale quali scoliosi, cifosi e lordosi. In questi
casi dallo yoga correttivo si passa ad un programma di yogaterapia, con tipologia di asana, frequenza e
durata tarate sul singolo individuo. Tutti i bambini, a partire dai cinque-sei anni, possono frequentare un
corso senza particolari controindicazioni. In presenza di una patologia, l'insegnante valuterà se e come
impostare le lezioni con il pediatra o lo specialista ortopedico. Le lezioni per bimbi e ragazzi, sia quelle
tenute negli istituti scolastici da insegnanti federali, sia quelle proposte dalle scuole private riconosciute
dalla Federazione, sono calibrate in base all'età e comprendono, oltre all'insegnamento dei principi e delle
tecniche fondamentali, anche l'aspetto ludico, giochi, racconti e favole consentiranno di imparare laa
posizione del loto o il saluto del sole divertendosi.

Davvero usiamo soltanto il 10% del nostro cervello?

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Una delle domande che viene posta più di frequente a noi studiosi è: “Ma è vero che usiamo solamente il
10% del nostro cervello?”. Lo sguardo deluso che di solito segue la nostra risposta, “Mi dispiace, ma non
è così”, indica con forza come il mito del 10% sia una di quelle incoraggianti ovvietà dure a scomparire,
semplicemente perché sarebbe maledettamente bello se fossero vere. Nessuno di noi si rifiuterebbe un
vigoroso potenziamento delle proprie capacità mentali, se fosse possibile ottenerlo. Perché uno studioso
del cervello dovrebbe dubitare che mediamente il 90% del cervello resti inutilizzato? Ci sono svariate
ragioni per farlo. Innanzitutto, il nostro cervello è stato modellato dalla selezione naturale. Lo sviluppo e il
funzionamento del tessuto cerebrale sono processi dispendiosi: pur costituendo soltanto il 2-3% del nostro
peso corporeo, il tessuto cerebrale consuma oltre il 20% dell’ossigeno che respiriamo. E’ poco plausibile
che l’evoluzione abbia sprecato tante risorse per creare e mantenere un organo così sottoutilizzato. I dubbi
sulla cifra del 10% vengono alimentati dalle prove derivanti dalla neurologia e neuropsicologia clinica, due
discipline che hanno come obiettivo la comprensione e la riduzione degli effetti delle lesioni cerebrali.
Un danno al cervello ben inferiore al 90%, causato da un incidente o da una malattia, quasi sempre ha
conseguenze catastrofiche. Complessivamente le prove indicano come nel cervello non vi sia alcuna ruota
di scorta in attesa di essere montata. La popolarità di questo mito probabilmente deriva in una certa
misura dal fraintendimento degli articoli scritti dai primi neuro scienziati. Il fatto che i primi ricercatori, con
ammirevole modestia, abbiano ammesso di non sapere cosa facesse il 90% del cervello, probabilmente ha
contribuito al diffondersi del mito, secondo cui quel 90% non facesse nulla.

La lussazione: che dolore! Un tutore sistema l'articolazione

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Quando la rotula esce dalla sua sede, com'è accaduto sicuramente a molti sportivi, si ha quella che
in termini medici viene chiamata lussazione. La rotula, un piccolo osso situato nella parte anteriore
dell'articolazione del ginocchio, può spostarsi dalla sua sede completamente o parzialmente
(sublussazione). Il cedimento avviene di solito lateralmente: così, per fare un esempio, la rotula sinistra
esce dal suo binario e si sposta completamente all'esterno, verso sinistra. La lussazione può avvenire in
seguito ad un trauma, come uno sforzo o una botta, ma anche in particolari situazioni anatomiche come in
presenza di ginocchio valgo o di una displasia del condilo femorale, soprattutto negli adolescenti. Quando
esce la rotula, bisognerebbe avere il sangue freddo di rimetterla al suo posto, con un gesto deciso. A quel
punto, è necessario mettere del ghiaccio per attenuare il gonfiore che inevitabilmente si formerà, e si
possono assumere degli antidolorifici per via orale. In ogni caso è consigliabile recarsi al pronto soccorso,
dove potrà essere prescritto un tutore rotuleo, da tenere per 15-20 giorni al massimo, giorno e notte. Il
tutore, che impedisce al ginocchio di piegarsi, aiuta la cicatrizzazione del legamento alare. Contrariamente
a quanto si pensa non è per forza necessario recarsi da un ortopedico in seguito a una lussazione della
rotula. La visita specialistica è consigliata qualora i dolori persistano dopo il trattamento con il tutore
o se la lussazione è recidivante, cioè si ripete. La diagnosi si fa grazie a un'anamnesi accurata da parte
dello specialista, con alcune manovre che l'ortopedico effettua sul ginocchio e spesso con una risonanza
magnetica che evidenzierà un'eventuale rottura del legamento alare. La fisioterapia non è obbligatoria ma
consigliata in caso il ginocchio non ritrovi la sua naturale mobilità e il dolore persista. Di solito si fa dopo il
trattamento con il tutore e in genere consiste in esercizi attivi per la mobilità articolare mentre si possono
associare anche tens e ultrasuoni. La chirurgia è prevista solo nel caso in cui gli episodi di lussazione si
ripetano con frequenza.

Una vita troppo frettolosa e ansiosa

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Si nasconde nella pila di lavori accumulati sulla scrivania, nel pupo che strilla, nel parcheggio che non si
trova. Ma anche nello spettro del licenziamento, dell’impiego precario e di tutte le incertezze che la crisi
economica si porta con sé. Lo stress è lì, pronto ad attaccarti. A far apparire il cerchio alla testa, a chiudere
lo stomaco, a spezzare il fiato. Vuoi farti un augurio per il 2012? Guarda avanti e spera in un anno più
sereno, meno ansiogeno, meno inquieto. Sappi che puoi fare molto. Insomma, devi dare ossigeno alla tua
vita. Non solo in senso figurato. Già, perché la respirazione è una delle armi a tua disposizione per battere
lo stress. Gratis e a casa tua, in dieci minuti. Tutti cerchiamo, più o meno direttamente, modi per rilassarci
e ritrovare energia. Ma quello a cui non pensiamo è che questi sono solo alcuni dei benefici di una bella
inspirazione e di una lunga espirazione. Molti dei blocchi, delle ansie e delle paure che a volte sembrano

dominare le nostre vite vengono proprio da lì, dal nostro trattenere il respiro. Una respirazione superficiale,
il giusto per sopravvivere, fa sentire stanchi e depressi, poco interessati alla vita, al sesso e al movimento.
Portando attenzione all’aria che mandiamo dentro e fuori dai polmoni, sperimentiamo un respiro che apre
le porte a dimensioni di un rilassamento e una creatività che prima non pensavamo potessero esistere. Il
respiro è profondamente collegato all’arte di sapersi fidare e lasciarsi andare al naturale corso delle cose, e
in tempi come questi è di massima importanza per il nostro benessere. Per non dire l’abilità di una corretta
respirazione restituisce, ossia di tornare a essere giocosi, in contatto con il nostro corpo e la nostra forza
vitale. La respirazione profonda rilassa tutti i muscoli, fornisce una maggiore quantità di ossigeno alle
cellule e al cervello, riduce la pressione arteriosa e rallenta il ritmo cardiaco. La sensazione immediata è di
benessere, di calma e pace. Da qui la sua importanza.

Mal di schiena? In un caso su due è colpa dei mobili

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Il corpo ti parla. I tuoi muscoli sono in tensione? La schiena è dolorante? Forse qualcosa non va nel tuo
letto, nella tua seggiola da scrivania, nel tuo divano da cui guardi la tv. Osservali e rifletti: oltre che di tuo
gusto, sono davvero comodi? Troppo spesso sediamo su seggiole disagevoli e mal progettate oppure
dormiamo su materassi troppo morbidi o troppo duri. Vuol dire che non diamo sostegni adeguati al
nostro corpo e finiamo con l’assumere posizioni scorrette. E che succede se riposiamo o ci sediamo male?
La cattiva postura provoca contratture muscolari e dunque dolori più o meno forti, dalla cervicale alla
lombalgia. I dolori muscolo-scheletrici da posture non corrette, almeno nella metà dei casi, hanno origine
nelle scelte di un mobilio dalle caratteristiche poco funzionali. Ecco perché le poltrone di casa e le scrivanie
dell’ufficio dovrebbero essere creati per ossequiare i principi dell’ergonomia, ossia di quella scienza
che coniuga design e salute. Purtroppo, non sempre i progettisti pensano al benessere della schiena.
Dimenticando concetti che sembravano assodati, come si legge in una rivista di architettura del 1869, il
comfort la comodità e l’adattamento alle molteplici necessità del corpo umano sono i principali fini che
bisogna garantire nella costruzione di una seggiola. Ma anche in quella di un divano o di un letto. Da qui la
necessità di attuare una scelta accurata dal punto di vista ergonomico nella scelta di ogni elemento della
propria abitazione, onde evitare fastidiosi problemi di postura.

Vademecum per la vacanza da single

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Quello dei single è un esercito. Quasi sette milioni di italiani, stando agli ultimi dati Istat. Sfidanzati
e separati che si ritrovano a organizzare in solitario le vacanze di agosto o settembre e che spesso
preferiscono viaggiare, pur di evitare i lidi frequentati dalle famiglie. Dove vanno? secondo il portale Speed-
vacanze.it, un sito-agenzia specializzato nel proporre viaggi per single, tanti quest'anno scelgono le crociere
nel Mediterraneo e le mete avventurose (specie le donne).
Anche tu sta per fare la valigia e partire senza partner? Se è così, saprai bene che esistono categorie diverse
di celibi. Quelli appena abbandonati, con la lacrimuccia pronta a sbocciare davanti al tramonto in riva al
mare. Poi ci sono gli scapoloni e le zitellone incalliti, fieri e felici del loro status. Quindi quelli disponibili a
cambiare sorte, in cerca d'amore o anche solo di avventure proprio durante le ferie. E per finire gli inquieti,
che approfittano del viaggio per capire in che direzione andare. Per i cuori infranti andrebbe bene adottare
i suggerimenti che vi sto per dare. Se il partner ti ha appena lasciato, magari proprio alla vigilia di un viaggio
insieme, il mondo crolla. Bisogna darsi una mossa, partire è l'ideale. Viaggiare aiuta a ridimensionare
problemi e ansie, a ritrovare il senso delle cose, anche di una storia finita. Vietato mandare messaggini
o telefonare durante la vacanza, anche se l'ex ti manca da morire, se la ferita è fresca non cercare di
guarire con la tattica del chiodo scaccia chiodo: poi staresti peggio. In fatto di nuove conoscenze, evita le
persone negative, quelle che porterebbero pesantezza piuttosto che leggerezza. Metti in conto momenti di
irritabilità e di tristezza, cerca di risollevarti con le tue sole forze. Abolisci le mete esotiche: sono i paradisi
delle coppiette. No anche a spa, agriturismi o rifugi di montagna, c'è troppo silenzio e troppo tempo a
disposizione per rimuginare. Meglio una grande città, dove negozi, mostre e teatro possono impegnarti e
alleviare il tuo senso di solitudine!

L'Attimo Fuggente - Spirito libero

martedì 22 maggio 2012 0 commenti

Alcune persone non sono fatte per avere un rapporto ordinario...ma questo non significa che i loro sentimenti siano meno intensi...semplicemente non riescono a sentirsi ingabbiati nelle regole imposte...hanno bisogno di sentirsi libere di scegliere ogni giorno la persona a cui stare accanto...

Esiste una tipologia di persone che in apparenza sembra allergica a ogni tipo di impegno o di responsabilità e incapace di fermarsi. Se nell'arco della nostra vita ci è capitato di avere a che fare con qualcuno di questi soggetti può esserci capitato di averli giudicati superficiali, irresponsabili, incapaci di mantenere un impegno, soprattutto nel caso in cui abbiamo avuto con loro contatti di tipo emotivo.

Determinati comportamenti effettivamente, se guardati con gli occhi di chi è conforme alle regole e vive la propria vita secondo schemi ben definiti, possono essere interpretati come una mancanza di volontà a scendere in profondità e accogliere sentimenti che fermerebbero il loro continuo movimento e il loro continuo bisogno di esplorare e conoscere. E più ci sfuggono più risvegliano in noi il desiderio di inseguirle e cambiarle, convinti che se riuscissimo a far loro comprendere che c'è del bello anche nel fermarsi e condividere, inizieranno ad apprezzare la tranquillità e la serenità scegliendo di conformarsi a un tipo di rapporto canonico, comune all'idea che ne hanno la maggior parte delle persone.

E' possibile domare un soggetto tanto sfuggente e selvaggio?

E soprattutto siamo sicuri che farlo sia la cosa giusta?

I cambiamenti che possiamo ottenere da queste persone sono solo momentanei poiché costituiscono una tale forzatura nei confronti della loro natura da non poter essere sostenuti troppo a lungo, e soprattutto perché hanno su di loro hanno l'effetto di farli sentire inadeguati e incompresi in quello che è semplicemente un modo di essere. Ovviamente in questo caso non si stanno prendendo in esame i finti spiriti liberi, o per meglio dire i libertini, quelli cioè che nascondono dietro una professata libertà di pensiero e di azione solo l'esigenza momentanea di divertirsi in ogni modo e con ogni mezzo.

Il vero spirito libero è colui il quale non riesce a collocarsi né a vedersi in una situazione che faccia sentire minata la sua libertà d'azione, che non deve essere intesa nell'accezione negativa del termine, e che non riesce a tollerare l'idea di sentirsi in qualche modo incatenato o costretto in una situazione; è colui per il quale la parola dovere non può esistere, soprattutto se riferita ai rapporti personali; colui il quale ha bisogno di sentirsi libero di scegliere ogni giorno con chi proseguire il proprio cammino e di poter andare via per provare la voglia di tornare. Va lasciato libero di correre e non ha bisogno di qualcuno che lo fermi, semmai di chi è abbastanza forte e sicuro da voler correre libero al suo fianco, perché è solo in questo modo che riuscirà ad averlo accanto, senza garanzie, senza reti, senza promesse ma con la certezza che finché rimarrà al suo fianco sarà sinceramente convinto di volerlo con ogni sua fibra.

E il fatto che non riesca a vivere i sentimenti e i rapporti secondo i canoni tradizionali, non significa certo che sia incapace di amare, anzi, molto spesso è capace di emozioni tanto intense quanto profonde e durature, ma non deve mai essergli chiesto di pronunciare la parola per sempre, perché non fa parte del suo vocabolario, lo farebbe seguire ingabbiato in uno schema in cui sa perfettamente di non poter entrare.

Il vero spirito libero non vuole essere domato, semplicemente amato per ciò che è, perché solo così riuscirà a non sentirsi inadeguato al punto da voler scappare via lontano, solo così potrà sentirsi libero di scegliere di fermarsi, non per sempre, per un po', inconsapevole che quel per un po', giorno dopo giorno, potrebbe anche diventare per sempre.


Marta Lock

Anello da 12 mila euro ad ente di ricerca

lunedì 21 maggio 2012 0 commenti

È la prima volta che succede che un anello venga donato ad un ente di ricerca. Effettivamente non era lo scopo primario. Un giovane di Catania aveva comprato un Trilogy da 12 mila euro per la sua fidanzata, che, prima di ricevere l'anello, lo lascia. Così lui, disperato, inizialmente cerca di regalarlo lo stesso all'ex ragazza ma dopo il rifiuto di questa decide di donarlo ad un ente di ricerca contro il cancro e le leucemie. Il giovane si è rivolto al Codacons per sapere come procedere e ora l'anello verrà messo all'asta.

Lo stato sentiamentale di Zuckerberg su Facebook è diventato: Sposato

domenica 20 maggio 2012 0 commenti

Zuckerberg ha dovuto cambiare il suo stato sentimentale su Facebook oggi, dopo che si è sposato con la fidanzata Priscilla Chan, 27 anni. È stato un matrimonio a sorpresa perchè tutti gli ospiti pensavano di festeggiare la laurea in medicina della ragazza e invece c'è stata la sorpresa. È stata una settimana piena di emozioni per il giovane miliardario, Lunedì ha compiuto 28 anni, Venerdì Facebook è entrato in borsa e oggi si è sposato.

il sito iPhone5.com è di Apple

sabato 19 maggio 2012 0 commenti

Apple è riuscita a vincere la battaglia giudiziaria per avere il dominio di iPhone5.com. Il sito infatti ospitava un forum per appassionati di iPhone, tuttavia Apple ha voluto evitare che malintenzionati guadagnassero sul marchio iPhone 5 come era stato fatto con il sito iPhone4s.com che ospitava un sito porno. Anche se questo non è il caso di iPhone5.com, Apple ha preferito evitare problemi chiedendo alla WIPO (World Intellectual Property Organization) di valutare la questione. Apple nei prossimi giorni registrerà come proprio il dominio.

Steve Jobs voleva uno schermo più grande per l'iPhone

venerdì 18 maggio 2012 0 commenti

Secondo Bloomberg sarebbe stato lo stesso Steve Jobs a volere uno schermo più grande nel nuovo iPhone 5. Infatti una fonte anonima conferma che Steve Jobs ha lavorato al progetto dell'iPhone 5 prima di morire ad Ottobre quando è stato lanciato l'iPhone 4S. Lo schermo che ci si aspetta sull'iPhone 5 sarà di almeno 4 pollici a differenza dei 3,5 presenti sull'attuale modello.

In sala pesi 1 su 10 fa uso di doping

giovedì 17 maggio 2012 0 commenti

La Commissione Vigilanza e Controllo del Doping (Cvd) del Ministero della Salute ha pubblicato i dati relativi all'analisi di 1676 atleti in 386 eventi del 2011. Di questi i positivi sono stati 52 (3,1%). Il 71% sono maschi con un'età media di 29 anni. I maschi utilizzano molti diuretici e agenti mascheranti, mentre le donne utilizzano più stimolanti. Ma il fenomeno può arrivare fino al 10% se si considera individualmente pesistica (9,7%), rugby (5%) e ciclismo (4,4%).

Cosa succede se si dice addio all'Euro

mercoledì 16 maggio 2012 0 commenti

Abbandonare l'Euro è uno degli scenari possibili nell'attuale situazione economica Europea. Sono tanti i paesi che sono in difficoltà, l'Italia compresa. Quali sarebbero (il condizionale è d'obbligo in questi casi) le conseguenze se si abbandonasse l'Euro? Il problema principale è quello della svalutazione dove per conseguenza si ha che tutte le importazioni sarebbero molto costose e questo si ripercuote sui cittadini nell'acquisto di benzina, gas ed elettricità. Sempre la svalutazione porterebbe ad un aumento della rata di un prestito/mutuo di circa il 50%, a seconda dei casi.

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