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Polemica sulla sicurezza degli emoderivati

martedì 29 maggio 2012




Da diversi mesi è polemica sulla reale sicurezza degli emoderivati nel nostro Paese, cioè di quella serie
di medicinali prodotti a partire da sangue umano o da alcuni dei suoi componenti. Recenti inchieste
giornalistiche, infatti, hanno mostrato dubbi sulla possibilità che nel nostro Paese possano circolare
prodotti privi di tutti i controlli necessari a poter escludere la presenza di virus in grado di infettare le
persone che ne fanno un utilizzo. E’ nato dunque un conflitto tra Aifa (agenzia italiana del farmaco) e
l’istituto Superiore di Sanità (ISS) sul bloccare o meno la loro distribuzione. Il conflitto ha portato ad un
comunicato congiunto dei due enti che esclude rischi reali per la salute ma soltanto intoppi di natura
amministrativa. Gli emoderivati sono, come detto, sostanze ottenute dal sangue che è composto in una
certa percentuale (45-50%) da plasma. A differenza della parte cellulare del sangue che viene utilizzata
direttamente negli ospedali , il plasma ottenuto dalle varie donazioni della gente viene ceduto alle più
note industrie farmaceutiche per derivare i cosiddetti plasma derivati. Si tratta di veri e propri farmaci
salvavita che hanno un'importanza enorme nella sanità pubblica, perché sono in grado di determinare
un miglioramento delle condizioni in chi soffre di malattie croniche legate al sangue come gli emofilici,
i forti anemici, i malati di tumore, leucemia, linfomi e altre serie malattie del fegato e di altri organi.
Comunque, secondo l'istituto superiore di sanità si ritiene che il rischio di contagio sia minimo, al punto
di aver autorizzato appunto il rilascio dei prodotti, opponendosi al loro sequestro. A suo parere, non vi
sarebbero rischi reali di contagio, anche utilizzando lotti che hanno seguito una procedura di autorizzazione
non conforme alle norme dell'Aifa. Secondo l'Iss, infatti, il sangue all'origine è ben controllato dal punto di
vista infettivo e la lavorazione ridurrebbe ulteriormente i rischi. Inoltre, il ritiro dei farmaci provocherebbe
un pericolo maggiore, lasciando ospedali e farmacie senza prodotti necessari a molti malati.

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